Brutta sorpresa con debiti da pagare dopo la successione di morte. C’è solo un modo per evitarlo

Una volta conclusa la pratica di successione che arriva dopo la morte possono esserci problemi nella gestione dei debiti, ecco perché.

Il periodo che segue la scomparsa di una persona cara può essere doloroso, al punto tale che può essere necessario lasciar passare del tempo affinché il proprio morale migliori. Nello stesso periodo è però necessario prendersi carico di una serie di procedure burocratiche che spettano a chi è nominato erede. Chi ha questo ruolo deve così occuparsi, se necessario con il supporto di un esperto, della dichiarazione di successione, da effettuare entro dodici mesi dalla data del decesso. La situazione può però complicarsi se chi non è più in vita dovesse avere lasciato dei debiti, di cui i parenti più stretti potevano essere all’oscuro.

Gestire una serie di debiti crea non poca ansia – curiosauro.it

In casi simili può essere importante avere un rapporto di fiducia con la banca, che farà presente l’entità del problema e come sarebbe meglio gestire il tutto. Doversi prendere carico di quanto non è stato pagato da chi è morto può essere davvero impegnativo, per questo è bene agire con cautela se non si vuole andare incontro a brutte sorprese.

Cosa accade con i debiti dopo la successione di morte

Effettuare la successione, come fanno gli eredi, non comporta automaticamente di doversi prendere in carico i debiti del defunto, questo è bene saperlo. Se si dovesse saldare ogni importo, inevitabilmente questo potrebbe ridurre non di poco il patrimonio che si andrà a ereditare. Se si vuole evitare di accollarsi tutto, è importante non accettare tacitamente l’eredità.

E’ bene rispettare i termini di legge quando si diventa eredi – curiosauro.it

Qualora si fosse in dubbio, è possibile richiedere l’accettazione con beneficio d’inventario entro 3 mesi dall’apertura della successione e non oltre. E’ bene quindi prestare la massima attenzione a cos si fa se non ci si vuole trovare invischiati in una situazione più grande di sé, l’accettazione non è infatti mai revocabile.

Fare finta di niente e non compiere niente di concreto può rivelarsi un’arma a doppio taglio, si può infatti correre il rischio di dimenticarsi e non rispettare i termini previsti. Per legge, infatti, chi è stato nominato erede ha dieci anni di tempo per decidere cosa fare, se nell’arco di un decennio non si dichiara l’accettazione è automatico pensare che si sia deciso di rinunciare. Anche in questo caso il passo risulta essere irrevocabile.

La soluzione migliore a livello generale è quindi l’accettazione con beneficio di inventario, così da sfruttare i novanta giorni che si hanno a disposizione per valutare al meglio pro e contro. Si tratta della mossa ideale quando i debiti presenti sono inferiori ai crediti, altrimenti è più utile rinunciare.

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