Torniamo a parlare di monete rare e vediamo il caso emblematico che riguarda quella da 1 centesimo: tutto quello c’è da sapere.
Per gli appassionati della numismatica, torniamo a parlare di monete rare. Gli amanti del collezionismo vanno sempre alla ricerca di preziosi oggetti e, oggi, vi forniremo tutti i dettagli su una moneta particolare, nello specifico si tratta di quella da 1 centesimo.
Oltre alle particolarità di questa moneta, vi sveleremo a quanto ammonta il suo valore e, dunque, quanto i collezionisti sarebbero disposti a sborsare per averla nella loro collezione. Se siete pronti, iniziamo e che dirvi: controllate se in casa ne avete conservata una.
C’è chi ama collezionare francobolli, chi vecchi libri e chi, invece, cerca meticolosamente monete rare per ampliare la propria collezione. Nel mondo del collezionismo ne esiste una che è molto ambita, nel dettaglio si tratta da quella da 1 centesimo con un particolare che non passa certamente inosservato e che l’ha resa un pezzo unico.
Per intenderci, la moneta non ha la raffigurazione del Castel del Monte, ma della Mole Antonelliana che si trova comunemente sul taglio da 2 centesimi. Dettaglio che la rende fra i pezzi più ambiti e ricercati. Dobbiamo arrivare al 2002, per arrivare a capire cosa è accaduto. Tutto è riconducibile ad un errore di conio che ha permesso a questa moneta di avere così tanta popolarità. In giro ne sono presenti circa un centinaio di esemplari. Se ben conservate queste monete possono arrivare a valere moltissimo, proprio come alcuni dischi antichi. Nel 2013 un pezzo è stato venduto addirittura a 6.600 euro.
Insomma, sembra proprio che fra le monete più ambite dai collezionisti troviamo proprio quella da 1 centesimo con la Mole Antonelliana. All’inizio il suo valore non era altissimo, ma va sottolineato che c’è stato un aumento addirittura del 164%, rispetto al prezzo di partenza. Molti sapranno che la Mole Antonelliana viene raffigurata sulla moneta da 2 centesimi, ma all’epoca chi si rese conto dell’errore? La società Bolaffi, una delle più importanti di numismatica aveva notato il dettaglio su alcuni set che le erano stati affidati.
All’epoca, però, la Guardia di Finanza si mobilitò e sequestrò i kit contenenti le monete. Alla fine si aprì un caso tra Bolaffi e il Museo della Zecca. Qualche anno fa, nel 2013, il giudice legittimò la proprietà a Bolaffi e fu permesso loro di mettere all’asta le preziose monete. Il prezzo di apertura d’asta era di 2.500 euro. Con il passare del tempo, è salito anche il valore arrivato a poco meno di 7 mila euro.
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