L’effetto Matilda è un fenomeno che riguarda in modo particolare le donne che si occupano di scienza. Ecco di cosa si tratta.
Negli ultimi tempi si sente parlare sempre più spesso del cosiddetto “effetto Matilda”. Si tratta di un fenomeno coniato per identificare la negazione o minimizzazione dei risultati ottenuti in campo scientifico dalle donne.
Un problema che ad oggi non dovrebbe sussistere e che invece si presenta puntualmente con tutti gli effetti negativi che ne conseguono.
Effetto Matilda: di cosa si tratta e perché si chiama così
Aver a che fare con l’effetto Matilda non è affatto piacevole, perché si tratta a tutti gli effetti di una vera e propria forma di discriminazione. Nello specifico, qui ci si riferisce a quella effettuata a danni di donne che lavorano in campo scientifico. Donne le cui scoperte sono spesso negate, rifiutate o sottovalutate non perché non meritevoli di attenzione ma perché appartenenti, appunto, al genere femminile. Un problema che, com’è facile intuire, è molto grave ma che pare sia più diffuso di quanto si pensi.
Questo termine è stato creato negli anni 90 dalla storica in campo scientifico Margaret W. Rossiter che scelse questo nome riferendosi a Matilda Joslyn Gage, un’attivista americana che agiva proprio per salvaguardare i diritti delle donne e che si occupò del fenomeno. Ai tempi, l’esperta aveva deciso appunto di fare una ricostruzione storiografica sulla partecipazione delle donne in campo scientifico, scoprendo che non era carente come si pensava ma, appunto, sottostimata.
Molte donne venivano sottovalutate per le loro scoperte. E quando le stesse erano davvero troppo grandiose per non essere notate, solitamente erano attribuite ad un collega uomo o al marito. Inutile dire che negli anni, le scienziate che hanno subito questa discriminazione sono state davvero tantissime. E tutto mentre gli uomini venivano menzionati per l’opposto effetto Matthew, coniato per indicare quei lavori scientifici considerati più di quanto non erano solo perché provenienti da persone di genere maschile.
Un problema che ad oggi è ancora tristemente diffuso e spesso denunciato da molte donne, non solo in campo scientifico ma in molti altri settori. Si tratta, quindi, di un termine che indica più che altro una situazione stagnante e sbagliata. Situazione che dura da troppo tempo e che necessita di un cambiamento radicale. Soprattutto in tempi in cui la parità di genere viene tanto osannata ma, evidentemente, ancora poco applicata.
