Un doppio studio ci consegna dei dati assai preoccupanti: tanti di noi potrebbero avere questa problematica e non scoprirlo mai.
Avere una malattia e non scoprirla mai. Non è qualcosa di inquietante? Ebbene, sappiate che milioni di persone in tutto il mondo sono in questa condizione. Senza saperlo, evidentemente. Ebbene sì, il 92% di chi ha questo disturbo non sa di averlo e, probabilmente, non lo saprà mai.
La sentenza, inquietante, arriva dal Centro per la ricerca economica e sociale della University of Southern California Dornsife. Sono, in particolare, due gli studi che ci danno questo responso. Il primo è della scorsa estate ed è stato pubblicato su Alzheimer’s Research & Therapy. Un secondo studio, invece, è recentissimo: è dello scorso mese di ottobre e ci mette in guardia su come debba cambiare l’approccio di medici e pazienti.
Il 92% di chi ha questa malattia non lo scoprirà mai
Milioni di persone di età superiore ai 65 anni probabilmente hanno un lieve deterioramento cognitivo, problemi minori con la memoria o il processo decisionale che possono, nel tempo, trasformarsi in demenza. Ma un paio di studi recenti hanno concluso che il 92% delle persone affette da questo tipo di problematiche non viene diagnosticato in una fase precoce, impedendo loro di accedere a nuovi trattamenti per l’Alzheimer che potrebbero essere in grado di rallentare il declino cognitivo se diagnosticato abbastanza presto.
I ricercatori hanno raccolto i dati dei pazienti di età pari o superiore a 65 anni iscritti dal 2015 al 2019, per vedere a quanti era stata effettivamente diagnosticata la condizione. Secondo i rilievi, le autopsie rivelano che la maggior parte delle persone che muoiono in età avanzata hanno qualche tipo di patologia cerebrale che compromette le capacità cognitive, dalle tracce di ictus alle placche amiloidi che caratterizzano l’Alzheimer.
La diagnosi di deterioramento cognitivo lieve è molto più complicata. Gli individui potrebbero notare che qualcosa non va, ma sono comunque in grado di funzionare in modo indipendente. La maggior parte affronta visite con medici di base, non con ricercatori in cliniche specializzate nella cura della memoria.
Le valutazioni cognitive sono troppo superficiali e, inoltre, le persone generalmente non vogliono sentirsi dire che hanno problemi di memoria, a causa dello stigma che circonda la demenza. Ma, come ben sappiamo, qualsiasi trattamento contro una malattia neurodegenerativa richiede una diagnosi precoce, per poter essere più efficiente.