In campo si è visto poco quest’anno ma è riuscito ad andare a segno già due volte, il giocatore nel frattempo prepara il piano B
Dopo l’esperienza non troppo fortunata al Bologna, il classe 1989 sta sorprendendo i suoi tifosi con prestazioni che nessuno si sarebbe mai aspettato. Potrebbe presto diventare la rivelazione del campionato, difficilmente potrà essere tenuto fuori dal campo dal suo tecnico. Finora infatti ha collezionato poche presenze ma ha saputo sfruttarle al meglio.
Alla voce minuti giocati nella stagione 2023/2024 la cifra non è altissima; il bottino è poco entusiasmante per quest’anno. Tuttavia, il centrocampista non ha mai mollato e ha continuato a credere in sé stesso, nelle proprie capacità. È un momento speciale per lui, visto che oltre ad andare a segno due volte è anche riuscito a terminare un percorso di studi messo in standby fin troppo a lungo. L’obiettivo ora è coronare la stagione con una salvezza tranquilla.
È arrivato abbastanza in sordina dal Bologna, nell’estate del 2022. Il club appena retrocesso in B, lui segna il gol che decide la partita all’esordio in Coppa Italia contro il Perugia. Si ripete a novembre quando sigla la prima rete in campionato contro il Südtirol su calcio di rigore. La cavalcata verso la Serie A lo vede tra i protagonisti, oggi vuole diventare uno degli imprescindibili.
Ha segnato già due volte quest’anno Nicolas Viola con la maglia del Cagliari, la prima nel pareggio ottenuto in trasferta contro la Salernitana mentre il secondo è arrivato domenica scorsa davanti ai propri tifosi contro il Genoa. Si sta gradualmente conquistando il posto nello scacchiere di Claudio Ranieri, nel frattempo però pensa anche al proprio futuro. Il 34enne intravede all’orizzonte il momento in cui dovrà appendere gli scarpini al chiodo, è forse anche per questo che ha deciso finalmente di concludere il percorso di studi in Psicologia, in settimana ha festeggiato la sua laurea.
Sui social ha postato una foto per immortalare l’evento, vestito di tutto punto davanti al Colosseo e in testa la tradizionale corona d’alloro. In didascalia scrive: “Giungere a una meta non significa che si finisce di correre, ma che ci si prepara per un’altra, nuova; perché quando le gare sono con ‘se stesso’, esse non finiscono mai: come un miraggio del sé”
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