Per milioni di giocatori è la fine di un sogno: i loro avatar di un famoso videogame di ruolo online sono improvvisamente svaniti e non torneranno più. Ecco che cosa è successo
Perdere un personaggio virtuale costruito, passo dopo passo, nell’arco di anni, è qualcosa che, forse, solo gli appassionati di videogame possono comprendere a fondo. Richiede non soltanto un importante investimento in termini di tempo ma spesso anche di denaro, per acquistare armi o oggetti che consentano di potenziare il proprio avatar.
Premessa doverosa questa per spiegare quanto accaduto nelle ultime ore a milioni di appassionati giocatori di un videogame online tra i più conosciuti e apprezzati in ogni parte del mondo. Questi si sono visti cancellare il loro avatar a causa della chiusura dei server conseguente al mancato rinnovo dell’accordo tra la casa di produzione del gioco e la sua omologa cinese.
Di fatto, il videogame è andato offline nell’intero Paese lasciando i giocatori a bocca aperta e gettandoli poi nello sconforto più totale. E c’è chi si è abbandonato alle lacrime come un utente che, sul social network cinese Weibo, si è così sfogato: “Ho pianto tutta la notte nel sonno perché il gioco è andato offline. Ho anche sognato che stavo piangendo nel mezzo della classe”. Ma sono decine di migliaia i messaggi analoghi, persone che erano solite trascorrere molte ore della loro giornata non solo giocando online al famoso titolo della Blizzard Enterainment ma anche all’evoluzione del proprio personaggio di gioco.
Un sogno ormai svanito dopo il mancato accordo con la NetEase Games per quanto riguarda la distribuzione, nel Paese, del famoso gioco di ruolo online pubblicato nel 2004. Dopo quasi 20 anni, dunque, i server di questo ed altri titoli sono stati chiusi: stiamo parlando di World of Warcraft che consente di vivere avventure nel mondo fantasy di Azeroth costruendo battaglie o relazioni, oltre che di Hearthstone e Diablo III, amatissimi nel mondo dei game online. Tutti i dati di salvataggio sono andati perduti e nulla si potrà fare per recuperarli.
La Cina prevede regole molto rigide per quanto riguarda la distribuzione dei videogiochi ed occorre che le case di produzione locali stringano e rinnovino costantemente accordi con le aziende straniere così da poterne importare i titoli. Ma questa volta l’accordo non è andato a buon fine ed il blocco è scattato immediatamente dopo la mezzanotte del 25 gennaio. I media locali non hanno svelato il motivo del mancato rinnovo del contratto che rimangono dunque ignoti.
Dal canto suo la Blizzard ha diffuso un comunicato spiegando di aver tentato di trovare, almeno per garantire un’estensione di tre mesi, un accordo parallelo con il partner del Sol Levante ma l’epilogo è stato negativo con NetEase che ha definito “inappropriata e non in linea con la logica aziendale”, la proposta di Blizzard.
“È triste oggi assistere all’arresto del server – ha sottolineato il presidente degli investimenti globali di NeEase Games, Simon Zhu, aggiungendo – non sappiamo come andranno le cose in futuro. La più grande vittima di questa scelta sono i giocatori in Cina che vivono e respirano in quei mondi”. Di fatto per milioni di persone è venuto a mancare un vero e proprio mondo parallelo.
Articolo di Daniele Orlandi
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