Una recente ricerca ha dimostrato un reale allarme per la popolazione. Si parla di ictus: una persona su quattro sta rischiando. Ecco i dati
Ad eseguire questa ricerca dai risultati sconcertanti è stata l’Università di Washington, che per la prima volta nella storia conduce una ricerca sull’ictus riducendo l’età di studio dai 45 ai 25 anni.
I ricercatori hanno suddiviso il pericolo di ictus in cinque fasce di gravità, con una divaricazione dall’8 al 39 per cento. I risultati sono incredibili: in alcune zone del mondo, infatti, la percentuale di probabilità di avere un ictus già a venticinque anni è altissima.
Tali risultati emergenziali fanno mettere l’attenzione su un aspetto centrale della questione: la prevenzione. Ecco quindi come evitare l’ictus e quali sono i risultati della ricerca.
La zona che in assoluto ha dimostrato di avere il più alto rischio di ictus è l’Asia Orientale e l’Europa Centro-Orientale, dove la percentuale tocca il 39%. In Africa sub-sahariana, invece, la percentuale scende all’11,8% ma il dato non è così positivo: “Significa che in queste zone la gente ha un più alto rischio di morire prima per un’altra causa” dice il dottor Gregory Roth.
Pubblicati su The New England Journal of Medicine, questi risultati riportano lo studio condotto tra il 1990 e il 2016 in cui l’ictus è stato diviso in ictus ischemico ed ictus emorragico, cioè a seconda che porti sangue al cervello o alla rottura di un vaso con conseguente emorragia. L’Europa centro-orientale con il 32% e l’Asia Orientale con il 38.8% sono in assoluto le zone in cui è più importante parlare di prevenzione:
Per prevenire l’ictus, infatti, è importante comprendere che i fattori di rischio sono davvero modificabili seguendo uno stile di vita più sano. Non consumare tabacco e alcol, per esempio, è già un grande passo e, se abbinato a un esercizio fisico costante, al mantenimento del peso forma e a una dieta varia e sana si possono raggiungere grandi risultati. Spazio quindi a frutta, verdura e cereali integrali, ma anche a sport e divertimento.
Secondo gli esperti, i dati raccolti dallo studio possono aiutare a pianificare interventi specifici paese per paese, andando quindi ad intervenire nella pianificazione di nuovi stili di vita da promuovere già in giovane età, durante gli anni scolastici. Promuovere corretti esempi, infatti, è fondamentale per rendere la prevenzione un concetto che cresca spontaneamente, con le persone: il mangiare bene e l’avere un corretto stile di vita non dev’essere letto come una punizione, ma come un investimento su sé stessi.
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