Brutte notizie per il meteo che arriverà sulle coste italiane. A peggiorare la situazione ci pensa la Niña.
La Niña è entrata nel suo terzo ciclo e le anomalie del freddo si concentreranno maggiormente sulle regioni centrali del Pacifico, pur rimanendo stabili.
Secondo le ultime previsioni, la Nina resterà in circolazione per l’autunno e l’inverno 2022/23, creando una perturbazione nel flusso atmosferico. Ma cos’è la Niña e come può cambiare il clima stagionale in tutto il mondo? Continuate a leggere per scoprirlo.
La Niña: cosa aspettarsi
Pr capire di cosa si parla, dobbiamo citare ENSO, ovvero un ampio sistema che collega l’oceano e l’atmosfera. La Niña fa semplicemente parte di questo sistema.
ENSO è un acronimo e sta per “El Niño Southern Oscillation”. Questa regione dell’oceano Pacifico equatoriale è soggetta a cambiamenti periodici tra fasi calde e fredde. In genere si verifica un cambiamento di fase ogni 1-3 anni. L’ENSO influenza in modo significativo le precipitazioni tropicali e i modelli di pressione e lo scambio tra l’oceano e l’atmosfera. Di conseguenza, possiamo osservare cambiamenti di pressione su larga scala ai tropici con ogni fase di sviluppo. Poi, dopo un certo ritardo, questi cambiamenti entrano in circolazione sul resto del mondo. Ogni fase (fredda/calda) si sviluppa solitamente tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno e dura in genere fino all’estate successiva. Ma alcuni eventi possono durare fino a due anni.
La fase fredda dell’ENSO è chiamata La Niña, mentre la fase calda è chiamata El Nino. Oltre alle temperature, una delle principali differenze tra le fasi è rappresentata dai modelli di pressione che si sviluppano. Durante El Nino, la pressione sul Pacifico tropicale è più bassa, con un aumento delle piogge e delle tempeste in questa regione. Durante una La Nina, invece, la pressione sul Pacifico equatoriale è alta, creando condizioni stabili e meno convezione. Questi cambiamenti di pressione si traducono nella circolazione globale, influenzando nel tempo entrambi gli emisferi.
Quindi con il suo ritorno probabilmente si assisterà ad un incremento delle perturbazioni sulle zone atlantiche, portando un’alta pressione sul Nord Africa. Il periodo di transizione autuannale-invernale potrebbe portare intense piogge sulla zona centro-settentrionale del continente europeo, con effetti visibili anche nel Bel Paese. Infatti sulla zona montuosa potremmo assistere ad una neve relativamente abbondante, perfetta per chi ama sciare. Quindi una novità inaspettata, considerato il lungo periodo di siccità che ha colpito buona parte dell’Italia durante i mesi estivi.