La depressione è una malattia subdola che spesso viene confusa con altre patologie. Non è facile da individuare, anche se ci sono dei campanelli d’allarme inequivocabili che la definiscono chiaramente. Scopriamo quali.
La chiamano la malattia del secolo perché sempre più persone ne soffrono, soprattutto in occidente e nei paesi più ricchi. Viene definita anche come la patologia dell’infelicità perché, nonostante chi ne soffra abbia molto di materiale, in realtà ha delle grandi mancanze nell’anima.
Per determinare la presenza di uno stato depressivo occorre che almeno cinque dei sintomi ricorrenti si verifichino durante un periodo di due settimane. I due cambiamenti più frequenti sono costituiti da un umore depresso, o dall’improvvisa perdita di piacere di cose che prima si adoravano. Scopriamo insieme gli altri sintomi.
I sintomi della depressione
In questo articolo faremo riferimento alle fonti sui sintomi della depressione stilate dalla fondazione Veronesi, creata proprio per portare avanti le ricerche del grande medico e ricercatore, Umberto, anche dopo la sua scomparsa.
Vediamo quindi di seguito quali sono i sintomi principali, sempre secondo la fondazione Veronesi, che possono indicare la depressione in un soggetto. Innanzitutto, quello di avere un umore depresso che si mantiene costante nell’arco della giornata e che si verifica sistematicamente (cioè tutti i giorni). Anche una mancata o, addirittura, una perdita di interesse per attività che prima il soggetto svolgeva con entusiasmo quotidianamente, può essere uno dei sintomi più significativi. Tra gli altri possibili ricordiamo:
- Una significativa perdita di peso o una diminuzione dell’appetito oppure, viceversa, un aumento di peso o un aumento dell’appetito.
- Insonnia o ipersonnia costanti.
- Agitazione o rallentamento psicomotorio.
- Affaticamento o mancanza di energia.
- Soffrire di sentimenti di autosvalutazione oppure il sentirsi in colpa senza motivo sempre.
- Diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi, o difficoltà a prendere decisioni.
- Ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione suicida senza elaborazione di piani specifici, oppure un tentativo di suicidio o l’elaborazione di un piano specifico per commettere un suicidio.
Conseguenze derivanti dai suddetti sintomi
Prima di determinare, però, se ci si trova di fronte ad un caso di soggetto depresso, bisogna valutare se si verifichino determinate conseguenze. I sintomi, infatti, devono causare un disagio clinicamente significativo, un qualcosa di evidente perché alterato o cambiato in ambito: sociale, lavorativo o familiare (queste sono le aree principali ma ve ne possono essere anche altre n.d.r.).
Oltre a questo, bisogna capire se i sintomi dipendano da effetti di medicinali o altre sostanze che vanno a condizionare la salute psicofisica del soggetto. È noto a molti, infatti, che sbagliare i dosaggi delle medicine o fare uso di sostanze stupefacenti siano fattori di rischio per innescare sintomi simili a quelli della depressione.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la persistenza di certi sintomi giustificati da un lutto o da una malattia. Per un primo periodo è normale che si verifichino ma se dovessero continuare per più di due mesi, compromettendo la parte psicologica, allora è necessario rivolgersi ad un medico specialista. Tra le conseguenze che si possono verificare in questo tipo di situazione abbiamo:
- L’autosvalutazione patologica.
- Il pensiero di suicidarsi.
- Sintomi psicotici.
- Rallentamento psicomotorio.
In ogni caso, se notate sintomi del genere in persone che vi stanno accanto (o li avete voi) non aspettate e consultate un dottore. Lui saprà di certo indicarvi la strada più giusta, perché dalla depressione si può guarire! Per ulteriori informazioni consultate il sito della fondazioneveronesi.com