In molti sanno perfettamente che se si va nei ristoranti di Briatore si pagano prezzi folli. Ma non ci sono solo i ristoranti del famoso imprenditore a presentare conti salatissimi, ce ne sono anche altri che non immaginereste.
Purtroppo una volta che arriva il conto è difficile potersi opporre, a meno che non ci siano evidenti errori. I listini prezzi devono essere sempre ben visibili, affinché il cliente possa scegliere un piatto anche in base al suo costo.
Ci sono, però, delle situazioni dove a volte si può venire raggirati, soprattutto quando si incontrano ristoratori bravi con le parole e simpatici. Ed è proprio quello che è capitato ai protagonisti di questa vicenda.
… con il suo Crazy Pizza a proporre piatti (in questo caso proprio la pizza) a prezzi altissimi, perché c’è qualcuno che ha provato a imitarlo. Scopriamo dove e quando è successo.
Il fatto non è capitato in località rinomate come Londra, Milano, Monte Carlo o Roma, ma è avvenuto nel centro di Agrigento, dove certi prezzi non te li aspetti proprio! Stiamo parlando di un’arancina al nero di seppia che i malcapitati hanno pagato 18 euro! Una palla di riso che da quelle parti costa circa 2 euro al pezzo. Insomma una cifra davvero esagerata!
Gli agrigentini sono rimasti sconvolti dalla vicenda, anche perché mai avrebbero immaginato che una cosa del genere potesse succedere dalle loro parti. Se si confrontano, per esempio, i prezzi delle pizze di Briatore (dove una semplice margherita può arrivare a costare anche 15 euro) con quelli della cittadina siciliana, che si aggirano intorno ai 4-5 euro, si può capire quanto sia stata scandalosa la storia dell’arancino al nero di seppia.
Qualcuno, anzi più di qualcuno, ha smesso di sorridere quando s’è trovato a pagare 18 euro per un’arancina del genere. Un paio di anni prima, a Messina, si sollevarono delle polemiche sul costo di 7 euro pagati per questa pallina di riso. Gli chef dissero che quello era il prezzo giusto vista la qualità, la bellezza e l’eleganza del prodotto.
Ma ad Agrigento, per quanto sia confermata la qualità dei prodotti utilizzati, il prezzo è risultato essere decisamente esagerato, praticamente crazy, proprio come quelli applicati da Briatore. Ad onor di cronaca, i ristoratori che l’hanno venduta a 18 euro si sono giustificati dicendo che l’arancina al nero di seppia era stata servita su un letto di mousse, e decorata con un pizzico di crudité di pesce. Ma questa cosa non sembra aver placato le proteste e le critiche degli agrigentini.
I protagonisti della vicenda raccontano di aver scelto quella pietanza nel menù perché pensavano si trattasse di un pasto frugale: un antipasto leggero sia nelle calorie che nel prezzo. Il ristoratore gli aveva consigliato l’arancino al nero di seppia perché era da provare vista la bontà, e i clienti si sono fidati. La scoperta, però, del prezzo è stata uno shock! Forse non mangeranno mai più un arancino in vita loro e non solo per il costo sostenuto ma, con molta probabilità, anche per il bruciore di stomaco che ne sarà conseguito!
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