Solitamente le parolacce descrivono un contesto informale, ma anche dall’aspetto ‘maleducato’: ma perché? Non è assolutamente come pensi tu!
‘Acciderboli’, ‘Mannaggia’, ‘Perdindirina’ e tanto altro: quante volte diciamo queste esclamazioni? Ve lo diciamo noi: mai. Sono invece vocaboli che solitamente vedono un’accezione quasi divertente, spesso insegnate ai bambini come sostituzione delle più importanti e conosciute, oltre che fantomatiche, parolacce. Queste ultime nel vocabolario adulto sono ormai presenti quasi come un intercalare, possono essere aggiunte tra un verbo oppure utilizzate per rafforzare un aggettivo, esempio? ‘Sei fottu***ente bello, oggi‘!
Insomma, se gli adulti sono legittimati a poterle dire, il divieto che viene imposto da parte dei genitori nei confronti dei figli è grande quasi quanto una casa. Ma perché? Tutti noi almeno una volta nella vita avremo detto ad un bambino ‘Non si dicono le parolacce‘ e lui, prontamente ci avrà risposto ‘Perché?’, domanda più che legittima.
Spesso chi usa un linguaggio troppo colorito, volgare, ricco di parolacce viene classificato come maleducato o ignorante, ma vi siete mai chiesti il motivo? La parolaccia, a qualcuno potrà piacere ad altri no, ma rimane comunque un dato di fatto, ha delle funzioni specifiche, che forse neppure tutti noi conosciamo. Ecco perché oggi noi di Curiosauro vogliamo provare a rispondere alla vostra domanda!
Le parolacce non si dicono: ma per quale motivo? La risposta va ben oltre la maleducazione
Nella quotidianità, oltre che nel pensiero pressoché comune della gente, le parolacce sono sinonimo di maleducazione e incapacità letterale: chi le usa spesso non riesce a trovare quindi un equivalente che possa soddisfare le richieste della conversazione, arrivando a infastidire persino l’interlocutore. Fin da bambini ci saremo sentiti dire spesso che non vanno dette, soprattutto in contesti formali e che richiedano attenzione, rispetto e un linguaggio appropriato. Ma vi siete mai chiesti perché? Per quale motivo le parolacce vengono ‘viste male’?
Le motivazioni possono essere molteplici in realtà, ma quella che potrebbe inizialmente soddisfare la domanda appena posta vede la connotazione negativa. Dire una parolaccia quindi andrebbe a sottolineare un’emozione brutta, un’espressione della rabbia e una mancata capacità a tenere a bada i propri freni inibitori. Inoltre, nello scenario comune una parolaccia può essere utilizzata anche come insulto e questo necessariamente va ad interporsi in una visione invalidante per chi la riceve. Poco tempo fa ad esempio avevamo provato ad analizzare il motivo per cui le donne spesso vengano insultate come ‘putt*ne’, qui trovate un’analisi molto valida.
Pertanto, chi usa le parolacce tende ad avere una visione un po’ più ‘violenta’, permettendoci il termine’, della vita quotidiana. C’è un però da non sottovalutare tuttavia. Se da una parte le parolacce esprimono senso di rabbia, dall’altra possono garantirci lo sfogo che cerchiamo. Se ad esempio ci ustioniamo con l’olio mentre friggiamo, pronunciare un liberatorio ‘Caz*o che male‘ rispetto ad un ‘Mizzichina mi son bruciato‘ ci permette di affrontare meglio quel che verrà dopo, ovvero il bruciore ed eventualmente la soluzione al problema.
Non giustifichiamo ovviamente un linguaggio eccessivamente volgare e ricco di parolacce, eppure dirle al momento giusto può aiutarci a sfogare meglio un’emozione repentina, improvvisa. Uno studio condotto all’Università di Keele nel Regno Unito, può aiutarci a comprendere meglio la questione: è stato chiesto a un campione di persone di immergere le mani in un secchio d’acqua ghiacciata e chi esclamava il suo fastidio con una parolaccia aveva la capacità di resistere oltre il 30% in più al freddo rispetto a chi non ne diceva neppure una. Ma allora perché vengono usate sia dagli adulti sia dai ragazzi?
Perché rompono uno schema. Ben definito, pieno di regole, a volte utilissime, a volte insensate, esprimere se stessi tramite una parolaccia quindi predispone la mente a non accettare sempre e comunque quanto viene obbligato o richiesto. Ecco perché sono tanti i comici che durante i loro spettacoli colorano la performance con qualche esclamazione vivace, per rompere la lontananza tra artista e spettatore, uno schema che in questo caso porta maggiormente alla risata. Pertanto un bel ‘Cazzo, quest’articolo è stato proprio esaustivo‘ ce lo siamo meritati, non trovate?