Oggi è finalmente possibile scoprire se in futuro svilupperai il morbo di Alzheimer. Scopriamo insieme i dettagli.
Poco fa è stata fatta una scoperta eccezionale sul morbo di Alzheimer, una delle malattie più diffuse nel mondo.
Infatti solo in Italia colpisce milioni di persone ogni anno e questa scoperta sarà in grado di salvare la vita a molte persone. Finora gli scienziati non sono riusciti a fare molti progressi sui fattori che danno luogo all’Alzheimer. Ma ora le cose sono cambiate.
Una cura per l’Alzheimer
Come accennato in precedenza, l’Alzheimer è una delle malattie degenerative più diffuse al mondo. Purtroppo ancora non si è trovata una cura ma nell’ultimo periodo gli scienziati sono riusciti ad identificare alcuni fattori che potrebbero scatenare il morbo.
Questa malattia prende il nome da un neurologo tedesco, Alois Alzheimer, che nei primi anni del ‘900 riuscì per primo ad identificare i sintomi e gli aspetti neurologici. Si tratta di una patologia degenerativa, per la quale ancora non ci sono cure. Una gran parte della popolazione ne è colpito ogni anno. Basti pensare che circa il 5% della persone over 65 ne sono affette e il 20% degli over 80. Infatti è la causa più diffusa di demenza. Ma da cosa è provocata? In poche parole l’Alzheimer si sviluppa quando ci sono delle alterazioni a livello celebrale, le quali a volte rendono difficile le mansioni quotidiane più semplici. Questa malattia colpisce la memoria e le funzioni cognitive, con conseguente difficoltà nella comunicazione, provocando stati di confusione, oltre al disorientamento e agli stati di confusione.
Grazie agli ultimi studi effettuati si è scoperto che l’Alzheimer può essere diagnosticato molto prima di quello che si pensava finora. La ricerca, pubblicata dalla Macquarie University di Sydney, ha messo in evidenza alcuni sintomi che possono evidenziare la presenza della malattia. Quindi grazie a questi sintomi è possibile intercettarla molti anni prima. I ricercator i sono riusciti a trovare una relazione tra un biomarcatore del sangue e il rischio di Alzheimer. Il biomarcatore in questione è il biomarker 2-HAA. Infatti, come evidenziato nella ricerca, le persone che presentatore una quantità elevata di questo biomarcatore, ha un rischio 35 volte maggiore di sviluppare l’Alzheimer. Una scoperta a dir poco rivoluzionaria, grazie alla quale milioni di persone potrebbero ottenere una diagnosi tempestiva, consentendogli di regolare e correggere il loro stile di vita, in maniera tale da diminuire l’infiammazione cronica alla base della malattia.