Avete mai sentito parlare dell’uomo medievale? Senza luce e gas da 20 anni, la sua storia vi lascerà senza parole.
Immaginate di rivoluzionare completamente la vostra vita, un po’ come fece San Francesco, abbandonando tutti i suoi averi per una vita spirituale. All’epoca però vivere una vita a contatto con la natura, addirittura da condotta eremita in certi casi, era quasi la norma.
Il Medioevo, infatti, è stato il periodo storico per eccellenza in cui l’uomo non valeva niente senza la natura e cercava in essa i segni non solo della sua esistenza, ma anche di quelli di Dio che gli indicasse la via giusta da seguire. Era ancora possibile immaginare una vita con aspetti primariamente magici e mistici, traendo forza proprio da un’acquazzone estivo o da una folata di vento premonitrice di qualcosa di buono per il villaggio.
Ha rappresentato il Medioevo, insomma, quel perfetto connubio tra uomo e paesaggio, un po’ come teorizzato dal Poeta Francesco Petrarca che fu il primo a parlare di uno dei leitmotiv, molto più in là, fondanti del Romanticismo. Il paesaggio riflette lo stato d’animo dell’uomo. Se l’uomo soffre, in sostanza, la natura stessa darà prova di questo turbamento.
E malgrado ora la luce, il gas e l’acqua corrente siano invenzioni relativamente recenti, il mondo infatti per moltissimo tempo ha scritto la sua storia senza queste comodità, pensare una vita sprovvisti di luce e gas ci sembra una pazzia. Anche se gli ultimi avvenimenti ci hanno fatto accarezzare più del necessario questa idea. Eppure, l’uomo medievale non sono esiste, ma vive da ben 20 anni senza luce e gas.
Storia dell’uomo medievale, ovvero colui che si ribellò ad un destino già scritto
Flaminio Baretti è nato nel 1948 ed è originario di Ardesio, paesino montano in provincia di Bergamo che conta all’incirca 3500 abitanti. La sua scelta però di vivere tra le montagne da eremita ha affascinato negli anni tantissime persone che, pur di scambiare quattro chiacchiere con lui, vengono da ogni parte d’Italia, ammaliati dal suo stile di vita bucolico.
Quando aveva 23 anni, infatti, decise di stravolgere per sempre la sua vita, ribellandosi ad un destino già scritto per lui. Avrebbe potuto ereditare e portare avanti l’attività di famiglia ad Ardersio, tenendo aperto il negozio di fotografia il “Bazar“. Ma non era quello che voleva. “Mi sono messo al seguito di alcuni pastori di Parre, andandomene da casa con 100 lire in tasca e nient’altro. Anni abbastanza avventurosi, non salivamo in alpeggio, c’era abbastanza pascolo qui intorno, mangiavamo nelle osterie, dormivamo per terra, è da allora che non riesco più a dormire in un letto vero”, ha raccontato Flaminio, come riportato da ‘Araberara’.
Furono anni turbolenti per lui, definiti poco normali dallo stesso eremita, finché suo padre non comprese che Flaminio faceva sul serio e non aveva nessuna intenzione di condurre una vita convenzionale. “Mio padre, pensando che ormai avessi bisogno di abbandonare quella vita vagabonda, mi comprò la metà della cascina in cui vivo. Ci pensai per un altro anno, finché mi decisi”. Da allora il 74enne vive tra i boschi del bergamasco, senza luce né gas, ma felice.