Salvini lo dice da tempo e lo ribadisce anche durante questa campagna elettorale: se vincerà le elezioni tornerà l’obbligo. Ma quali sono le reali motivazioni dietro una scelta del genere?
La campagna elettorale della Lega continua senza sosta, e Matteo Salvini non perde occasione per elencare le proposte più importanti che intende riportare in auge nel nostro paese.
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Una di queste è proprio quella di reintrodurre il servizio militare. Il leader della Lega in visita all’hotspot di Lampedusa parla delle sua proposta:
“Mi piacerebbe che i nostri giovani facessero il servizio militare. Anzi proporrò la sua reintroduzione, perché è un’esperienza importante per formare, educare e insegnare il rispetto ai ragazzi. Cosa che, soprattutto negli ultimi tempi, sta svanendo”.
Salvini, quindi, è sempre più convinto di proporre il ritorno della leva obbligatoria, soprattutto per cercare di spronare i ragazzi a capire il senso del dovere e l’importanza del lavoro. Oltre a questo, Matteo porterà avanti le sue battaglie su temi a lui cari come l’immigrazione e la sicurezza.
Salvini e le motivazioni per il reintegro della leva obbligatoria
Matteo Salvini punta il dito sulla mancata educazione dei giovani d’oggi, e afferma di volere che oltre ai diritti in Italia tornassero anche i doveri (come se non ce ne fossero mai stati prima n.d.r.). Di fronte ai casi di mancanza di educazione e senso civico, è necessario valutare i costi e le risoluzioni e, secondo il leader della Lega, reintrodurre il servizio militare obbligatorio potrebbe essere la soluzione giusta.
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Ma cosa dice l’attuale normativa in merito al servizio militare di leva in Italia? Questo era stato istituito con la nascita del Regno d’Italia ed è rimasto in vigore dal 1861 fino al 2004. La sua obbligatorietà è stata eliminata dalla legge n. 226 del 23 agosto 2004, e dal 2005 è diventato facoltativo (gli ultimi ragazzi a doverlo fare come obbligo sono nati nel 1985). Già durante il governo D’Alema la leva obbligatoria era stata messa in discussione, e al tempo si parlava di una delega per sostituirlo con militari volontari di truppa.