Sapevate che il sangue in circolo nel nostro corpo contiene in media dai cinquemila agli undicimila globuli bianchi (o leucociti) per microlitro? Ebbene, fra tutti questi globuletti si muovono cellule specializzate che possiamo distinguere in granulociti, monociti e linfociti. I linfociti rappresentano per numero la seconda popolazione dei globuli bianchi in circolo. Anche se in realtà sono meno del cinque percento del totale.
La maggior parte di queste cellule si trova nei linfonodi, nella milza e poi nelle mucose delle vie respiratorie e del canale digerente. Ci sono alcuni linfociti anche nel midollo osseo, nel fegato, nella cute. E poi si trovano in tutti quei tessuti che sono colpiti da infiammazione cronica. Dal punto di vista funzionale, sono distinti in tre principali tipi: linfociti B, linfociti T e i linfociti (o “cellule nulle”).
Linfociti, cosa sono e perché non devono essere mai troppo alti
Detta facile facile, i linfociti alti sono un sintomo comune in caso di malattie infettive acute. Per esempio l’influenza, la varicella, la pertosse, la parotite, la mononucleosi e il morbillo. Ma possono anche indicare la presenza di infezioni croniche, come l’herpes (labiale o genitale), la tubercolosi, la sifilide… I valori di queste cellule si calcolano con l’esame del sangue. E si parla di linfocitosi quando sono troppo alte. Bisogna preoccuparsi quando ci sono più di quattromila linfociti/µl nell’individuo adulto. Oppure più di settemila nei bambini.
Come abbiamo detto, l’aumento di queste cellule immunitarie sono spesso collegate a infezioni virali o batteriche oppure a patologie infiammatorie croniche. Ma possono anche essere connesse a neoplasie ematologiche oppure a ipersensibilità nei confronti dei farmaci.
Però, proprio a causa del ruolo attivo nella difesa dalle infezioni virali e batteriche, il riscontro di valori moderatamente alti di linfociti è spesso legato a patologie comuni, che non destano troppa preoccupazione. Per esempio un’influenza (per il covid!), la mononucleosi o un ascesso dentale.
Le patologie che sono in grado di innescare la linfocitosi
Se la conta dei linfociti supera di poco il limite massimo posto come riferimento nelle analisi del sangue, probabilmente avremo a che fare con infezioni batteriche standard. Oppure con un’infezione virale. Se il valori sono mediamente più alti, di solito si sospettano infezioni intracellulari, come per esempio la pertosse, la brucellosi, la sifilide secondaria…
Le possibili infezioni virali possono essere le epatiti, la parotite epidemica e varie forme esantematiche.
In realtà anche alcune condizioni metaboliche possono far impennare il numero di queste cellule. Succede nel caso dell’ipertiroidismo e altre malattie autoimmunitarie. La linfocitopenia è invece la rilevazione di un basso numero di linfociti nel sangue. Il valore di riferimento è meno di mille linfociti/µl nell’adulto e meno di duemilacinquecento nel bambino. In tal caso le cause potrebbero essere insufficienza cardiaca, intossicazione da steroidi, terapie immunosoppressive. O ancora, HIV, insufficienza renale…