L’autoipnosi è un particolare stato psichico che si raggiunge tramite il rilassamento estremo, con tecniche orientali di meditazione o con la concentrazione. Talvolta è possibile anche elaborare suggestioni ipnotiche note, ovvero sviluppate come metodo di astrazione da qualche ipnotista.
Secondo gli esperiti di meditazione, tale stato di concentrazione massima della mente può aiutarci a superare momenti di stress, a focalizzarci su nuovi obiettivi e a stare meglio con noi stessi. C’è anche chi cerca di dimagrire o di smettere di fumare tramite questi esercizi.
Ma è davvero possibile ipnotizzarsi da sé? Si tratta di un processo spontaneo o di una tecnica che necessita dell’uso di sostanze psicotrope? A detta dei grandi maestri della tradizione yoga e di molti psichiatri esperti in pratiche autoanalistiche, è possibile che il soggetto sperimenti l’autoipnosi anche senza seguire alcun tipo di induzione. Ma, ovviamente, appoggiarsi a dei metodi o a degli esercizi facilita lo stato di trance e l’effetto ipnotico.
La psicologia suggerisce di tentare l’autoipnosi per mezzo di una focalizzazione completa e onnicomprensiva su idee, pensieri o immagini rilassanti o significative. Altre volte si suggerisce di tentare un dialogo interiore. Per prima cosa è necessario ricercare una situazione di comfort e di rilassamento. Ci vuole un posto tranquillo, piacevole, e poi è necessaria una posizione comoda. Ci si può insomma distendere sul divano o sulla poltrona, ma senza incrociare le gambe o tendere i muscoli.
In India, i maestri della meditazione suggeriscono una tecnica immediata per l’autoipnosi che si basa sul fiore di loto. Tale riferimento floreale è arrivato anche in Occidente, con gli esicasmi e il rosario, dove la concentrazione massima si raggiunge contemplando la rosa.
Ecco come fare… Dopo essersi stesi o essersi seduti comodamente, bisogna chiudere gli occhi, fare alcuni respiri profondi e rilassarsi il più possibile. A questo punto bisogna immaginare un cespuglio di rose, ricco di fiori e boccioli. Ecco, qui la mente deve concentrarsi su uno dei boccioli. Focalizzandosi su questo oggetto, la mente deve immaginare il fiore che sboccia, che lentamente apre e distende i suoi petali. L’immagine deve essere costruita con calma e completezza: ogni petalo deve distaccarsi con leggerezza e coerenza.
Arriva poi il momento di immaginare un raggio di sole che cade sulla rosa, illuminandola e riscaldandola. Il raggio tocca il cuore del sole, come un vettore che unisce il cielo e l’oggetto. La concentrazione emotiva e mentale deve essere tutta proiettata al centro della rosa, al suo cuore, nel punto in cui si ferma il raggio. Ecco, pensando intensamente a questa immagine, la mente umana dovrebbe essere in grado di giungere all’autoipnosi o comunque di avvicinarsi a uno stato meditativo profondo.
Simbolicamente, questo esercizio può essere così interpretato… L’individuo è la rosa, e il cuore della rosa è il problema o il pensiero che si vuole illuminare. Il sole è la verità, il senso del tutto, la necessità, che illumina il punto critico e lo pone in risalto.
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