I cambiamenti climatici stanno mettendo in crisi il vecchio continente. Molti Paesi d’Europa stanno sopportando da giorni ondate di caldo record, incendi, siccità e temperature insopportabili. E il peggio non è ancora arrivato. A preoccupare, in alcune parti d’Europa, come in Spagna, Francia, Portogallo e Grecia, sono i vasti incendi. Disastri che rendono necessaria l’evacuazione di migliaia di persone, distruggono migliaia di ettari di boschi e riducono l’ossigeno.
In Portogallo, un pilota è morto dopo che il suo aereo si è schiantato venerdì scorso durante un’operazione antincendio. E, non a caso, proprio il Portogallo è uno dei Paesi più colpito dai roghi e dal caldo estremo.
Vecchio continente in crisi: va tutto a fuoco
Mezza Europa ha già emesso allarmi per il caldo estremo, con temperature che dovrebbero superare i quaranta gradi in diverse parti del vecchio continente. Nel Regno Unito il Met Office ha lanciato un allarme “rosso” per il caldo anomalo. Ed è la prima volta che succede da quando il prestigioso ufficio statistico è stato istituito. Gli esperti parlano di seri rischi per i cittadini. L’allerta copre gran parte dell’Inghilterra. Fino al venti luglio, le temperature potrebbero superare i quaranta gradi per la prima volta dall’inizio delle registrazioni. E da ciò potrebbero scaturire disagi, malanni e altri problemi seri per la salute dei cittadini.
Secondo le ultime stime, stiamo vivendo la seconda estate più calda di sempre, almeno da quando si registrano le temperature attraverso apparecchiature precise. Al primo posto c’è l’estate del 1910. Ma non è detto che luglio e agosto 2022 non superino ogni record precedente. Siamo di fronte a un innalzamento spaventoso delle temperature in tutto il vecchio continente. Si soffre l’afa anche in Norvegia…
La micidiale combinazione di alte temperature, scarse precipitazioni estive e ondate di calore sempre più lunghe e intense sta innescando un po’ dovunque gravi incendi. L’entità dei roghi, finora, è tre volte superiore alla media degli ultimi sedici anni. Gli osservatori affermano che gli incendi hanno già ridotto in cenere quasi quattrocentomila ettari di foreste, campi e prati. Vale a dire all’incirca la superficie della Valle d’Aosta.
Siccità e crisi agricola
Quando finirà questa terribile ondata di caldo africano? Al momento è difficile stimarlo. Per molti Paesi del vecchio continente, le alte temperature domineranno il contesto fino alla fine della prossima settimana. Si parla dell’anticiclone Apocalisse: un fenomeno che renderà le città bollenti. Senza lasciare tregua ai cittadini già provati da un giugno infuocato e un inizio luglio cocente.
C’è poi la questione della siccità. La mancanza di precipitazioni ha già mandato in crisi le produzioni agricole e creato vari problemi alla produzione di energia idroelettrica. E in questo modo, in tutta Europa, si è acuita la già grave crisi energetica legata alla pandemia e alla guerra in Ucraina. A soffrire maggiormente sono i Paesi della penisola iberica, la Francia e la Grecia. Ma in Italia non ce la passiamo meglio. Abbiamo assistito allo scioglimento e al crollo di ghiacciai, come quello della Marmolada: un evento simbolo e gravissimo, che testimonia quanto i cambiamenti climatici possano essere distruttivi.