Disagi, effetti collaterali e dipendenza: ecco come i farmaci più usati nel mondo ti rovinano la vita

Sapete quali sono i farmaci più prescritti e quindi usati nel mondo? Sono le benzodiazepine. Psicofarmaci per il trattamento dell’ansia, dell’insonnia e della depressione. Pillole che i pazienti assumono spesso per periodi lunghissimi e in maniera incontrollata, con conseguenze molto gravi.

Spesso si comincia per risolvere un momento di particolare stress, per tenere a bada l’ansia e l’insonnia. Poi però l’uso di questi farmaci può trasformarsi in una vera e propria dipendenza.

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Valium e psicofarmaci: quanto sono pericolosi? (Common license) – www.curiosauro.it

I farmaci più usati al mondo: le benzodiazepine

Le benzodiazepine sono forse i farmaci più usati e venduti al mondo. Li troviamo sul mercato da più di cinquant’anni, e soprattutto nei Paesi anglosassoni sono prescritti con sorprendente agilità. Dal punto di vista farmaceutico abbiamo a che fare con molecole dai benefici rapidi e dai limitati effetti indesiderati che agiscono su stati d’animo come ansia, irritazione, paura, depressione lieve, insicurezza, insonnia, agitazione.

E non deve stupirci se durante la pandemia da Covid-19 i consumi di questi psicofarmaci sono cresciuti esponenzialmente. Nello specifico le benzodiazepine hanno mostrato tassi di crescita di oltre il quattro per cento nel 2020. E nel 2021 la crescita è stata pari al cinque per cento.

Il consumatore abituale è un individuo soggetto ad ansia e depressione cronica che spesso vira sull’abuso grave di psicofarmaci. Per abuso intendiamo l’assunzione di quattro o cinque volte la dose terapeutica. Molti professionisti, cioè persone che per ragioni lavorative sono sottoposte a grande stress, usano benzodiazepine ogni giorno. Altri consumatori storici sono gli anziani nelle case di riposo e i soggetti con problemi di dipendenza da droghe e alcol.

L’uso di benzodiazepine nella storia recente 

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Benzodiazepine e dipendenza (Commons license) – www.curiosauro.it

Questi farmaci sono raccomandati solo per brevi periodi di tempo. Quando l’uso è prolungato si sviluppano controindicazioni gravi ed episodi di pura dipendenza. L’utilizzo cronico e prolungato di questi farmaci può infatti causare perdita di equilibrio, perdita di lucidità, deterioramento cognitivo. E soprattutto fenomeni di dipendenza.

Ecco perché l’uso delle benzodiazepine è raccomandato solo per periodi di tempo molto limitati. Non molto tempo fa, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha modificato le avvertenze per l’uso di benzodiazepine per rendere più espliciti i “gravi rischi di abuso, dipendenza, dipendenza fisica e reazioni di astinenza”.

Da non sottovalutare, poi, è l’ampia quota di benzodiazepine che sfugge alla prescrizione medica. Ci sono pazienti che se le procurano illegalmente, senza la regolare concessione con ricetta medica.

Qualcosa per fortuna sta cambiando. Ora i medici sono più cauti nel prescrivere questi psicofarmaci. Ma a livello culturale la benzodiazepina è parte integrante del mondo contemporaneo, come l’aspirina. Il primo farmaco simile, il clordiazepossido (Librium), fu scoperto casualmente da Leo Sternbach nel 1955 e reso disponibile nel 1960 da Hoffmann–La Roche, che poi misero in commercio il diazepam (Valium), nel 1963.

Negli anni ’70, le benzodiazepine, con il Valium in testa, erano i farmaci più prescritti e usati a livello globale. Oggi per le depressioni si usano farmaci diversi. Cioè gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).

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