Quale sarà la vera resa grafica del metaverso? Nessuno lo sa ancora di preciso, anche se i titoli dei giornali continuano a parlare di eventi già organizzati in questa nuova dimensione… Possiamo ipotizzare che il nuovo sistema sarà sviluppato come un ambiente social 3D. E nel metaverso, per gli utenti, diventerà quindi necessario rappresentarsi come avatar. Ovvero come manifestazioni grafiche caratterizzanti.
L’ideale sarebbe che ogni futuro avatar assomigli il più possibile alla persona reale. Ma, ovviamente, sarà possibile alterare la propria immagine a piacimento. Aziende pubblicitarie, designer, informatici e artisti stanno già creando diversi prototipi con l’idea di dar forma a una nuova estetica. Invenzioni che possano essere utili a dare un’immagine soddisfacente ai protagonisti grafici del sistema.
L’immagine di riferimento per ora è quella scelta da Mark Zuckerberg per il lancio del progetto del metaverso. Ossia un cartoon molto simile a un avatar da videogame per bambini, tipo player della Nintendo Wii, con la testa grande e i tratti del volto da manga. Quindi non una figura iperrealistica come in Second Life né una caricatura fumettistica come in The Sims. L’ipotesi è che gli avatar del metaverso saranno formati da una figura semplice, magari solo testa e busto. Ma non è detto che questi standard non evolveranno in figure fotorealistiche con espressioni facciali varie e realistiche.
Per muoversi nel metaverso, interagire e acquistare e vendere oggetti bisognerà presentarsi nell’ambiente sotto forma di avatar. E queste figure virtuali fungeranno anche da profilo utente. Saranno personalizzate e custumizzabili con NTF e attribuiti virtuali come capelli, vestiti di marca, scarpe. Tutti oggetti puramente virtuali o corrispondenti a prodotti reali.
Le prime figure immaginabili sono rappresentazioni piatte degli utenti, cioè in 2D. Simili alle immagini dei personaggi che si trovano nei vecchi videogiochi a 8 o 16 bit. Gli avatar in 3D appariranno invece come forme completamente umanoidi che potranno essere viste da più angolazioni. Ci saranno poi le figure in VR, cioè in realtà virtuale. Gli utenti guarderanno il metaverso dalla prospettiva del loro avatar, e della loro figura potranno intuire solo gli arti.
Ma tante figure VR potrebbero essere sviluppate senza gambe, come ha fatto finora Meta, perché si ha paura che alcuni sistemi possano avere difficoltà a eseguire il rendering degli arti inferiori. E poi c’è da tener conto dell’eventuale mancanza di sensori per le gambe sui sistemi VR.
Ma che cos’è un avatar? Il termine sta per “incarnazione” e rimanda a una proiezione virtuale in un sistema informatico o in una dimensione parallela. La parola fu utilizzata per la prima volta da Neal Stephenson nel romanzo di fantascienza Snow Crash del 1992, ma riprende un concetto indiano, induista… Ovvero di una simulazione di una vita reale, un alter-ego, un’apparenza che esce fuori dal mondo concreto.
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