Il suono cancella il dolore acuto e cronico | Esperimento riuscito sui topi

Grazie al suono possiamo gestire il dolore acuto e cronico. Lo affermano i ricercatori cinesi dell’NIH (Istituto Nazionale di ricerca dentale e craniofacciale). Tutto sta nello scoprire i precisi percorsi dei processi neurali di base che regolano il meccanismo del dolore.

I ricercatori cinesi hanno scoperto il circuito che nei topi media gli effetti di riduzione del dolore grazie al suono. Dunque potremmo essere vicinissimi a nuove conquiste nel campo della terapia del dolore. Già dagli anni ’60 del Novecento, la musica è usata in medicina per alleviare il dolore…

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Come il suono riduce il dolore nei topi da laboratorio (Pixabay) – www.curiosauro.it

Il suono che attutisce o cancella il dolore

Sapevamo che il suono, declinato in impulsi o come elemento di alcuni tipi di musica, poteva essere utile come analgesico, ovvero per ridurre il dolore acuto e cronico. Non a caso la musica è spesso usata per cercare di contrastare la sofferenza dovuta a interventi di chirurgia dentale, al travaglio o al cancro. Tuttavia, nessuno aveva mai capito in che modo il nostro cervello riesce a sfruttare i suoni per provare meno dolore.

Qualche anno fa degli studi sull’imaging del cervello umano avevano individuato alcune aree del cervello coinvolte nel processo dell’analgesia indotta dalla musica. Ma mancavano ancora delle ricerche sperimentali a livello neurologico. Per questo i ricercatori cinesi hanno svolto un interessante esperimento sui topi per identificare i circuiti neurali coinvolti.

Gli scienziati cinesi hanno dapprima sottoposto dei topi con le zampe infiammate all’ascolto di tre tipi di suoni. Il primo era un brano rilassante di musica classica. Il secondo un riarrangiamento dello stesso brano con note più gravi e strumenti più distorti. Il testo del rumore bianco. E, con grande sorpresa dei ricercatori, tutti e tre i suoni hanno ridotto la sensibilità al dolore nelle cavie. La chiave del successo sta nella riproduzione del suono a bassa intensità rispetto al rumore di fondo. Intensità più elevate non hanno avuto alcun effetto sulle risposte al dolore dei roditori.

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Neuroni e suono: come la musica fa passare il dolore… (captured) – www.curiosauro.it

Intensità e processi cerebrali

Quindi non conta il genere, né l’intonazione. Ciò che risolve il dolore è l’intensità del suono, che deve risuonare non più forte di un sussurro. Per esplorare i circuiti cerebrali coinvolti in questo effetto analgesico, i ricercatori hanno sfruttato dei virus non infettivi legati a proteine ​​fluorescenti. Ecco come sono riusciti a tracciare le connessioni tra le regioni del cervello. Così facendo hanno identificato un percorso che parte dalla corteccia uditiva, ovvero la zona che riceve ed elabora le informazioni sul suono, e arriva al talamo, che funge da stazione di trasmissione per i segnali sensoriali.

Per gli studiosi non è ancora del tutto chiaro se processi cerebrali simili siano riscontrabili anche negli esseri umani. Ma di sicuro siamo di fronte a una ricerca molto promettente. Potremmo infatti sviluppare analgesici alternativi e più sicuri rispetto agli oppioidi.

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