Il trattamento contro il Covid che usa la bile di orso | Animali sottoposti a orribili torture

La medicina tradizionale cinese utilizza la bile di orso per trattare molte malattie. E nell’ultimo anno la richiesta di questa materia è schizzata alle stelle, dato che alcuni guaritori la usano per produrre farmaci anti-Covid. I cosiddetti orsi della bile vengono tenuti in cattività in dei veri e propri lager. Subiscono torture tremende. Ma il mondo ignora la loro pietosa condizione.

Questi orsi da batteria sono imprigionati in gabbie piccolissime. E vengono tenuti in vita solo per raccogliere dal loro corpo un fluido digestivo prodotto dal fegato e immagazzinato nella cistifellea. Tale sostanza si usa nella medicina tradizionale asiatica ed è richiesta da vari mercati.

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Gli orsi biliari vengono tenuti in gabbie piccolissime e sono costantemente torturati (wikipedia) – www.curiosauro.it

La bile dell’orso richiestissima da cinesi e giapponesi

Si stima che al mondo ci siano almeno quindicimila orsi da bile. Ovvero grandi mammiferi allevati e tenuti in cattività in orribili condizioni in magazzini segreti, chiamato fattorie della bile. Questi allevamenti si trovano in in Cina, in Corea del Sud, in Vietnam e in Laos. E la bile è ricercata da cinesi, coreani, malesiani e giapponesi. Spesso i tecnici degli allevamenti prelevano la bile con un intervento chirurgico, oppure lasciano delle fistole permanenti e dei cateteri nel corpo degli animali. Moltissimi esemplari muoiono per lo stress degli interventi, per infezione o per denutrizione. E quelli che non muoiono sono costretti a vivere una vita in gabbia, fra atroci torture giornaliere.

La specie di orso più sfruttata per ricavare la bile è l’orso nero asiatico (Ursus thibetanus). Talvolta negli allevamenti si trovano anche il cosiddetto orso del sole (Helarctos malayanus ) e l’orso bruno (Ursus arctos). Particolarmente preoccupante è la situazione dell’orso nero asiatico e dell’orso del sole, che sono due mammiferi in via d’estinzione.

In Cina, però, non ci sono leggi specifiche che vietano l’allevamento di questi animali protetti e neppure norme che impediscano il loro maltrattamento. Sappiamo però che gli animali sono costretti in piccolissime gabbie, in cui non possono muoversi. Ciò provoca loro sofferenza ossea, atrofia muscolare, lesioni cutanee profonde e stress mentale.

Il business legato al Covid-19

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Un orso nero asiatico libero in natura (wikipedia) – www.curiosauro.it

Prima della pandemia da Covid-19, degli osservatori internazionali avevano quantificato il giro d’affari della bile d’orso come superiore ai due miliardi di dollari l’anno. Oggi quella stima si è almeno quintuplicata, dato che la medicina tradizionale cinese utilizza questa bile come rimedio per i sintomi del Covid. Alcuni studi hanno in effetti scoperto che la bile d’orso rivela qualità antinfiammatorie, antimicrobiche ed epatoprotettive.

Anche in Cina l’opinione pubblica è in larga parte contraria a questi allevamenti. L’organizzazione Animals Asia Foundation è riuscita a salvare molti esemplari facendo chiudere uno dei peggiori stabilimenti della nazione. Ma gli animali salvati non potranno mai tornare liberi in natura. Non sono neanche capaci di muoversi correttamente.

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