Ogni estate vediamo il nostro Paese sconvolto da incendi. C’entra il caldo, ovviamente. Ma è innegabile che la gran parte di questi roghi sia di origine dolosa. E chi è allora il vero responsabile dei tanti roghi?
Tutte le Regioni italiane sono interessate dal fenomeno degli incendi e non solo d’estate. I roghi sono appiccati per tutto l’anno. Ma d’estate la situazione diventa sempre critica. Contano le condizioni ambientali e climatiche della nostra penisola. Ma ancora più importante è il fattore intenzionale, ovvero dell’interesse umano.
Incendi d’estate: ecco le vere cause
Da un punto di vista scientifico possiamo distinguere gli incendi come fenomeni dalle cause naturali o umane. E, senza dubbio, d’estate gli incendi di matrice naturale possono propagarsi con maggiore forza e velocità. Ma è un fatto che solo raramente i roghi si sviluppano in modo naturale, ossia per colpa di un fulmine, di un’esplosione vulcanica o per autocombustione. Più di frequente i roghi hanno origine umana.
Secondo la protezione civile italiana la maggior parte degli incendi nel nostro territorio sono di origine colposa, cioè involontaria. Sarebbero quindi causati da comportamenti imprudenti, azioni sconsiderate, fatalità o violazioni preterintenzionali di norme di sicurezza. In questo senso, i primi indiziati sarebbero i contadini, che puliscono i loro terreni bruciando sterpaglie e scarti di piantagioni, e i pastori, che danno fuoco ai campi incolti per far spazio ai pascoli. Tali roghi, però, sfuggono sovente al controllo di chi li ha appiccati e si propagano creando danni immensi.
Roghi dolosi
Un discorso a parte meritano i roghi dolosi. Ovvero quegli incendi appiccati intenzionalmente. Da chi? Da criminali, speculatori o piromani. Chi appicca volontariamente un rogo di solito vuole distruggere un’area verde per sfruttarla per i propri interessi. E di nuovo si parla di contadini, pastori o cacciatori dediti al bracconaggio. Più verosimilmente abbiamo a che fare con la criminalità organizzata che si occupa di speculazione edilizia o di smaltimento di rifiuti. In un grande rogo possono sparire molte cose…
C’è poi chi denuncia i cercatori di funghi. Abbiamo infatti a disposizione alcune inchieste che si sono concentrate proprio sugli appassionati di raccolta di funghi e tartufi… Ma è plausibile che, per raccogliere funghi o tartufi, dei privati cittadini abbiano organizzato incendi in aree boschive?
Altre narrazioni puntano il dito contro i volontari dei vigili del fuoco, di solito pagati in base agli interventi. Più incendi ci sono, e più lavoro hanno: questa sarebbe la logica. Tuttavia la magistratura non ha mai fatto chiarezza in tal proposito, e quindi è sbagliato sbilanciarsi in simili accuse.
In generale, possiamo dire che gli attori in causa sono molteplici e che il classico “piromane” citato dai media è un falso mito. Nessuno, o quasi, incendia un’area naturale perché spinto da una patologia psichiatrica o da un amore irrazionale verso il fuoco. Saremmo di fronte a migliaia di casi patologici…
La legge 353 del 2000 pone limiti molto stringenti alle attività che si possono compiere su un terreno colpito da incendio. E questo proprio allo scopo di limitare la possibilità che un incendio si trasformi in un affare economico. Ma la norma non è sempre rispettata, quindi…