In alcuni vigneti storici è già scattato l’allarme. Il pericolo è che l’annata sia rovinata e che il vino prodotto nel 2022 non rispetti gli alti standard qualitativi della tradizione italiana. Alcuni agronomi temono che la siccità abbia già messo in crisi la produzione del vino in molte regioni. Sopratutto al Nord e nell’estremo Sud (Calabria e Sicilia). Come saranno le vendemmie di quest’anno?
Le eccellenze vinicole italiane sono in pericolo? Le prossime vendemmie risentiranno sicuramente del caldo anomalo e della grande siccità. E c’è anche paura che le forti piogge previste per metà luglio possano rovinare del tutto l’uva. I viticoltori del Piemonte e del Trentino, per esempio, hanno già previsto di anticipare la vendemmia.
Fino a qualche mese fa si sperava che il 2022 sarebbe stata un’ottima annata. Ma ora la situazione si è ribaltata. Alcuni produttori hanno ammesso di essere in affanno. Il caldo record e la siccità hanno stravolto i loro piani. Inoltre si fatica a reperire manodopera: mancano gli stagionali. Secondo gli esperti, però, non è il caso di lanciare allarmi. Se tutto dovesse andare male (ovvero se la mancanza di pioggia dovesse perdurare), il peggio che potrebbe accadere è questo: i produttori dovrebbero organizzarsi per raccogliere le uve prima del solito. Quindi le vendemmie non sarebbero davvero a rischio.
Ciononostante nell’ambiente c’è preoccupazione. Anticipare di diverse settimane la vendemmia significa stravolgere il normale calendario di produzione. E mancano ancora i lavoratori, che non sono facili da reperire. Insomma: c’è chi paventa un’annata minata da molteplici problemi.
Non è la prima volta che le vigne hanno conosciuto un caldo tanto forte. Diciamo pure che la vigna è un termine concreto perfetto per misurare l’intensità del cambiamento climatico. Il tempo della vendemmia, anno dopo anno, arriva sempre prima. Ormai quasi più nessuno vendemmia a settembre. Al Sud, dalla Campania alla Sicilia, si comincia a vendemmiare da anni già a metà agosto. Di certo però la situazione che si prospetta per questo 2022 è eccezionale. Un caldo così forte nei mesi di maggio e giugno non si registrava da settant’anni. E sono almeno cinquant’anni che non pioveva così poco d’inverno e in primavera. In concreto, però, i produttori non sanno ancora di quanto sarà anticipata la vendemmia.
Alcuni temono che anche in Italia dovremo affrontare la crisi agroalimentare che sta mettendo in ginocchio Spagna e Portogallo. I vigneti iberici, infatti, stanno soffrendo un’alta pressione atmosferica da record. E il fenomeno atmosferico ha reso molte terre coltivate in Spagna completamente secche. Da noi la situazione è leggermente più positiva.
Sono già capitate annate in cui i contadini hanno vendemmiato prima. Ma bisogna sperare che queste anomalie non si trasformino nella nuova normalità. Oppure bisognerà rivoluzionare il settore. Già molti produttori, per qualità del prodotto o scelte agricole, non sfruttano uve completamente esposte al sole. Quindi, niente paura: non rinunceremo al vino del 2022, e non dovremmo avere a che fare con una brutta annata.
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