Due dipendenti di un’azienda americana, con sede in Nord Carolina, hanno denunciato il loro datore di lavoro che li avrebbe licenziati dopo che costoro si erano rifiutati di partecipare alla giornaliera preghiera aziendale…
La denuncia contro la società presentata dai due lavoratori è giunta negli uffici della EEOC, ovvero la Commissione statunitense delle pari opportunità sul lavoro. E negli USA, intanto, si è aperto un vivace dibattito.
Licenziati per essersi rifiutati di partecipare agli incontri di preghiera organizzati dell’azienda
Come reagirà la Commissione per le pari opportunità sul lavoro alle lagnanze dei due dipendenti licenziati? Molto probabilmente rappresenterà in tribunale i due lavoratori che riconosce come vittime di una grave discriminazione. I licenziati sono Mackenzie Saunders e John McGaha, e pare che sia Mackenzie persino un cristiano… Ciononostante l’uomo ha perso il lavoro al pari del suo collega ateo. Entrambi non hanno voluto voluto prendere parte alla solita preghiera di gruppo organizzata nella loro ex azienda.
La società in questione, con sede nella Carolina del Nord, ha davvero obbligato i suoi dipendenti a partecipare a delle riunioni di preghiera? Secondo le prime indagini (per ora di natura giornalistica) pare che la società ponga la religione al centro della propria politica aziendale. E il pregare è visto come una condizione necessaria per essere assunti.
Sono poi venute fuori delle indiscrezioni su queste riunioni spirituali. Pare che i dipendenti fossero costretti a raccogliersi in preghiera per quaranta minuti e più. Ogni giorno. A dirigere le orazioni c’era il capo, ossia il proprietario dell’azienda. E i dipendenti meno produttivi erano di solito i protagonisti del rito… “Oh, Gesù, fa’ che l’addetto alla contabilità faccia meno errori nelle fatture”.
Religiosità e stipendio
L’azienda avrebbe in pratica costretto tutti i suoi dipendenti a partecipare a riunioni spirituali a partire da giugno 2020. E il pio proprietario avrebbe addirittura più volte rimproverato coloro arrivavano in ritardo o parevano poco coinvolti.
Durante questi incontri si leggeva la Bibbia, ci si inginocchiava di fronte a un crocifisso e ogni dipendente doveva pregare per il successo della società e dei colleghi. Poi, però, uno dei due dipendenti (Mackenzie Saunders) ha chiesto di essere esonerato dalle riunioni. E la società prima gli ha congelato lo stipendio e poi lo ha licenziato. Un mese più tardi è arrivato il secondo licenziamento. Questa volta ai danni di John McGaha, reo di essersi dichiarato ateo. Ma la legge negli USA dovrebbe tutelare la libertà confessionale dei lavoratori. Quindi è quasi certo che l’azienda sarà punita…
La storia dei due lavoratori discriminati e licenziati ha fatto il giro del web. Sembra assurdo che nel 2022 dei professionisti siano stati licenziati dal lavoro perché non avrebbero partecipato alle preghiere quotidiane. Su Twitter gira anche il video del titolare dell’azienda alle prese con i suoi uffici spirituali… eccovi la clip.
I’ve got $100 says the Supreme Court would side with the business owner on this one.
Teachers can pray on football fields, I’m sure employers can fire their employees for not praying on the job.
This is America in 2022. pic.twitter.com/lDoth633DZ
— Ryan Shead (@RyanShead) June 30, 2022