Tempo d’estate e per i più golosi tempo anche di… gelato. Uno dei più gettonati è sempre il cornetto, ma c’è chi predilige la coppa o chi, addirittura, se lo fa servire direttamente in un bicchiere. E voi? Come preferite mangiarlo?
Con questo caldo molte persone se lo mangiano in pausa pranzo, sostituendolo ai cibi consueti. Ma il gelato fa così bene come molti pensano? Un chimico ci spiega quali sono le insidie da cui stare lontani.
Le insidie peggiori? Nel cono gelato
Nascoste in particolar modo nella punta del cono, quella di solito ricoperta di cioccolato. Bert Weckhuysen, un chimico dell’Università di Utrecht, spiega perché non sarebbe salutare mangiare questa parte del gelato. Si sa, è una delle parti più golose, bramata da adulti e bambini, e spesso cederla rappresenta un vero e proprio atto di amore. Ma sembra sia anche quella meno salutare da mangiare, e non solo per via dei tantissimi zuccheri presenti.
La punta del cornetto è talmente amata che è stata addirittura trasformata in un vero e proprio snack che sta spopolando negli Stati Uniti, i Muddy Bites. È difficile, infatti, capire il motivo per cui questa parte sia così poco salutare. Il chimico inorganico Bert Weckhuysen ha scoperto al riguardo che il cioccolato contenuto nella punta del cono gelato confezionato, proprio per evitare che si sciolga completamente prima che venga raggiunta da chi sta gustando il cornetto, subisca un processo di idrogenazione che lo rende malsano al pari del peggiore junk food.
Perché la punta del cono è malsana?
La ragione sta nel punto di fusione del cioccolato che, per far sì che non diventi liquido troppo presto o che non sia troppo solido, viene trattato con un processo di idrogenazione in cui viene aggiunta una molecola di idrogeno che trasforma quella punta in un concentrato di grassi saturi, i peggiori per la salute. Come spiega il professor Weckhuysen, a livello molecolare i grassi saturi sarebbero catene completamente dritte che, se consumati in grandi quantità, aumenterebbero il livello di colesterolo cattivo nel sangue oltre che ostruire le arterie.
Di contro, gli acidi grassi insaturi hanno un punto di fusione abbastanza basso e sono liquidi a temperatura ambiente, come l’olio d’oliva. Questi possono essere convertiti in grassi solidi attraverso, appunto, l’idrogenazione e i loro doppi legami vengono poi trasformati in singoli legami. Ma proprio questa tecnica, utilizzata ad esempio nella margarina, va a trasformare gli acidi grassi insaturi in acidi grassi saturi. L’OMS consiglia, a tal riguardo, che sia adulti che bambini dovrebbero consumare un massimo del 10% delle loro calorie giornaliere sotto forma di grassi saturi.