I raggi del sole ci colpiscono più forte quando siamo immersi in mare? Si è più esposti quando siamo stesi sulla spiaggia o quando ce ne stiamo a mollo? La risposta dovrebbe essere a tutti già nota… in acqua ci si abbronza di più. Ma cerchiamo di capire per quale motivo.
La nostra pelle è esposta agli UV anche quando siamo in acqua. Sia in piscina che al mare. E se nuotiamo rischiamo lo stesso di ustionarci…
Tutti sappiamo cosa sono gli ultravioletti e sappiamo quanto sono potenti. Anche se non sono visibili a occhio nudo, sono percepibili sulla pelle. Tali raggi sono responsabili tanto della nostra abbronzatura quanto di pericolosissimi danni alla pelle.
Talvolta quando il sole picchia troppo forte cerchiamo un po’ di fresco immergendoci in acqua. E finisce che ci restiamo per un’ora. L’acqua ci dona refrigerio, ma ciò non deve farci pensare di essere finalmente al riparo o di essere protetti dagli ultravioletti. L’acqua assorbe le radiazioni infrarosse, cioè quelle calde, ma ha minore effetto sulle radiazioni ultraviolette.
Da un punto di vista fisico, in media, l’acqua blocca meno della metà delle radiazioni ultraviolette. E tutto il resto dei raggi UV penetra agevolmente attraverso lo strato di acqua per giungere fino alla nostra pelle. Inoltre il riflesso dei raggi sulla superficie può aumentare come una lente d’ingrandimento l’esposizione alle radiazioni. Ecco perché è lecito dire che in acqua ci si abbronza di più. E lo stesso succede anche quando si prendere il sole sul bagnasciuga, cioè in prossimità dell’acqua.
I rischi, quindi, sono elevati. Ci si abbronza di più ma ci si espone anche alle radiazioni più cattive del sole. Il problema è che in acqua, dato che i raggi infrarossi sono bloccati, ci illudiamo di non dover subire anche l’offesa degli UV. Poi, visto che la temperatura dell’acqua di solito più bassa e piacevole, percepiamo molto meno calore sulla pelle. Da qui arriva una falsa percezione di non rischiare i danni dell’esposizione al sole diretto.
Bisogna poi aggiungere che in acqua perdiamo gran parte dello strato di protezione solare dato da creme e oli. E così il pericolo aumenta.
A mollo stiamo bene, e per questo ci esponiamo per troppo tempo ai pericolosi raggi ultravioletti, che causano ustioni, eritemi e tumori. Bisognerebbe quindi evitare bagni troppo lunghi nelle ore più calde dell’estate, cioè dalle undici di mattina alle due del pomeriggio. E chi pratica nuoto subacqueo? Be’, può stare più tranquillo: la forza degli ultravioletti è alta in prossimità della superficie dell’acqua ma scema man mano che ci si muove in profondità.
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