Il ragionamento umano è quasi sempre contraddistinto da un pregiudizio. Tutti noi possediamo il nostro bagaglio culturale e un sistema più o meno coerente di idee con cui giudicare il mondo. E spesso ci rendiamo conto che cambiare idea ci è difficile o quasi impossibile.
Perché l’uomo è così testardo? Perché si fossilizza su posizioni errate ed è addirittura pronto a negare l’evidenza pur di non ammettere di aver sbagliato a interpretare un certo dato o una situazione?
Cambiare idea: ecco perché ci è così difficile
Tutti quanti abbiamo bisogno di idee generali per orientarci nel mondo e nella vita di tutti i giorni. Ci sono utili e ci danno sicurezza. Dunque facciamo piuttosto fatica a immedesimarci nelle idee degli altri o a riconoscere che le nostre idee originali fossero sbagliate. Se ci capita di cambiare idea, quasi non ce ne accorgiamo. Oppure lo neghiamo, convincendoci di averla pensata sempre allo stesso modo.
È infatti difficile avere coscienza dei propri errori, soprattutto quando non ci si rende conto di averne commessi. E se il cambiamento c’è stato, e qualcuno ce lo fa notare (“prima non la pensavi in questo modo!”), siamo bravissimi a giustificare questo cambio di rotta e a offrire una spiegazione più o meno plausibile del nostro nuovo atteggiamento.
Le opinioni fisse sono dei riferimenti con cui inquadriamo e interpretiamo la mutevole realtà. Ci permettono di elaborare senza sforzo le informazioni che ci occorrono e di giudicare un evento. Usare idee fisse, preconfezionate, ci libera dalla fatica del ragionamento continuo. Eppure, proprio perché la realtà è così complicata e mutevole, dovremmo tutti imparare a cambiare le nostre idee e ad affontare con maggiore flessibilità e tolleranza gli altri punti di vista.
Il meccanismo di conferma
La verità è che ci fa paura cambiare idea. Il dubbio ci inquieta. E non avere un’idea pronta con cui affrontare un argomento ci espone all’incertezza. Istintivamente ci pare troppo dispendioso in termini di tempo ed energie mentali aprirsi ogni volta alla comprensione. In più abbiamo il timore di apparire incoerenti o poco sicuri di noi stessi. Quindi ci incaponiamo. Neghiamo tutte le evidenze che dimostrano quanto sarebbe più sensato e utile cambiare idea. E finiamo per fossilizzarci in un’interpretazione errata.
Siamo abituati a pensare che le nostre idee ci rappresentino e definiscano la nostra identità mentale. Ecco perché fatichiamo così tanto a metterle in discussione e a riconoscere contraddizioni, errori e incoerenze. Pur di mantenere inalterate le nostre posizioni saremmo pronti a tutto! In verità la coerenza è tutt’altra cosa rispetto alla testardaggine…
Di solito ci aggrappiamo al processo cognitivo del meccanismo di conferma. Tendiamo cioè a vedere solo ciò che ci interessa e che pare sempre in accordo con le nostre idee. Tutto il resto lo neghiamo, anche se è evidente. Diamo credito alle informazioni che convalidano le nostre idee, e poi ignoriamo sistematicamente o sminuiamo tutti quei dati oggettivi che invece le smentiscono. Provate a far cambiare idea a un complottista o a un terrapiattista attraverso l’esposizione di evidenze scientifiche… Ignorarà ogni discorso logico e dato oggettivo pur di non abbandonare le proprie sciocche convinzioni.