L’ansia per chi la vive non è una passeggiata, anzi, è una condizione che se protratta per lungo tempo può creare seri problemi. Le ricerche continuano, e le ultime affermano che questo stato d’animo dipende da qualcosa a cui spesso non si pensa. Basta prendere le giuste misure e passerà.
L’ansia colpisce molte persone, soprattutto quelle costantemente preoccupate per il futuro, che non riescono a godersi il momento presente. Ma forse c’è un rimedio, vediamo quale.
Le giuste misure
Le ultime ricerche affermano che le persone soffrono di ansia quando il loro spazio personale è troppo invaso. I soggetti in questione, infatti, avrebbero bisogno di ampliare la loro zona di azione, oppure avere un posto solo per loro dove nessuno possa avere accesso. Giandomenico Iannetti, neurologo dell’università di Londra, afferma che:
“Esiste una correlazione forte tra la dimensione dello spazio personale e il livello di ansia di un soggetto. I nostri studi hanno scoperto che le persone ansiose tendono ad aver bisogno di uno spazio personale più ampio”.
In questo studio, i ricercatori hanno applicato degli elettrodi che erogavano piccole scosse elettriche alle mani di 15 persone sane. Ogni partecipante è stato, inoltre, dotato di un dispositivo che misurava l’attivazione elettrica dei muscoli utilizzati per battere le palpebre, una classica reazione difensiva. Durante gli esperimenti, i partecipanti hanno teso una mano a diverse distanze dal viso, mentre i ricercatori misuravano la forza con cui venivano sbattute le palpebre in risposta.
L’importanza del battito delle palpebre
I ricercatori hanno notato un aumento improvviso delle dimensioni del riflesso quando lo stimolo raggiungeva una certa distanza dall’occhio. Questo aumento si verifica soprattutto nelle persone che presentano livelli di ansia più elevati. Il battito delle palpebre è un riflesso causato da segnali che vanno dal tronco cerebrale direttamente ai muscoli, aggirando la corteccia cerebrale, dove sorge il pensiero cosciente.
Nello studio, la posizione della mano cambiava la forza del riflesso: quando questa, infatti, si trovava nello spazio personale di una persona, la forza di reazione aumentava. Questo risultato dimostra che la forza riflessa aumenta man mano che la mano si avvicina al viso, e che la vista, il tatto, la postura e il movimento lavorano insieme in modo rapido per difendere il corpo.