In Inghilterra si conserva un campanello che funziona da più di centottant’anni anni senza mai fermarsi. L’apparecchio è alimentato da una batteria apparentemente eterna, installata nel 1840. Ecco perché il misterioso apparecchietto affascina così tanto gli scienziati contemporanei.
Per capire come sia possibile che la batteria originale non si sia ancora scaricata, i ricercatori dovrebbero aprire il campanello inglese e analizzarlo, raccogliendo anche campioni del materiale interni all’alimentazione. Ma tutti hanno paura di distruggere o compromettere questo delicato pezzo di storia.
Lo speciale campanello è conosciuto come Oxford Electric Bell. E nasce come uno degli esperimenti più vecchi del mondo in campo elettrico. Ma sappiamo pochissimo del suo scopo originale, tranne che fu sviluppato da Watkin e Hull, e che poi venne acquistato da un ricercatore, che lo modificò in modo che continuasse a suonare.
Più che la sua storia, ciò che interessa i ricercatori odierni è la sua batteria eterna, o quasi. Un’alimentazione da Guinness dei primati.
Il campanello si trova nel Clarendon Laboratory della prestigiosissima Università di Oxford. Ed è lì dal 1840. Non suona costantemente come una sveglia: il suo trillo è appena percettibile, perché la carica è bassa e la sferetta di metallo responsabile del suono vibra quasi impercettibilmente tra le due campane…
L’esperimento in sé mostra l’oscillazione perpetua di un batacchio, alimentara da una pila a secco. Ovvero da uno dei primissimi prototipi di batteria. E il meccanismo, ormai da secoli, va avanti e indietro senza perdere un colpo. Una recente stima afferma che l’Oxford Elctric Bell ha suonato più di dieci miliardi di volte finora.
C’è anche un po’ d’Italia in questo mistero. Dato che la pila a secco fu inventata dal fisico Giuseppe Zamboni nei primi anni dell’Ottocento. Di norma si tratta di batterie che utilizzano sottili dischi di argento, zinco, solfuro e altri materiali per generare basse correnti di elettricità. Ma nell’Oxford Electric Bell c’è una pila simile oppure c’è qualcosa di diverso?
Credo sia facile immaginare come mai tanti ricercatori siano attratti da questo vecchio esperimento… Si tratta di capire se esiste davvero la possibilità di ottenere una batteria eterna. In pratica non sappiamo esattamente con quali materiali sia stata costituita questa pila. Sappiamo solo che è ricoperta di zolfo. Perché tale è il componente che sigilla le cellule e gli elettroliti.
Le pile di Zamboni, però, non durano in eterno e nemmeno più di un secolo. Si trattava di le batterie costituite da circa duemila paia di dischetti di stagnola incollati a fogli impregnati da un lato di solfato di zinco e dall’altro di diossido di manganese.
È possibile che il campanello non sia nato come un vero e proprio esperimento legato all’alimentazione. Alcuni storici pensano che sia stato realizzato forse a scopo dimostrativo in campo meccanico. Ma oggi è famoso per altro: è noto come lo strumento elettrico alimentato dalla batteria più duratura del mondo.
Probabilmente la batteria si autoricarica sfruttando il noto moto del pendolo. Ma non ne abbiamo la certezza scientifica. Per questo il mistero è ancora inviolato.
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