Il mistero dei polpastrelli “stropicciati” in acqua: ecco perché succede, è incredibile!

“Muoviti, esci dall’acqua: hai fatto le dita da morticello”. Così mi diceva mia madre tanti anni fa per tirarmi fuori dal mare. Al Sud si diceva così. Ma in tutto il mondo, immagino, le madri terrorizzavano i figli per farli venire via dal mare tramite l’analisi dei polpastrelli delle mani.

Per la saggezza popolare, rivelare polpastrelli rugosi o “stropicciati” è sempre stato interpretato come sintomo di disidratazione. Un effetto dovuto all’osmosi e allo stare per troppo tempo in acqua.

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Il falso mito delle dita da morto o rugose (captured) – www.curiosauro.it

La vera causa dei polpastrelli raggrinziti in acqua

In realtà le cose stanno diversamente… Quando i polpastrelli si ritirano e si mostrano raggrinziti (o secchi) non è in atto alcun fenomeno di disidratazione. Sbaglia chi tuttora pensa che le rughe sulle dita di chi sta troppo ammollo siano un campanello d’allarme. Quello strano effetto non è il risultato di un gonfiore osmotico dello strato più esterno della pelle. Ricerche recenti hanno infatti dimostrato che quelle piaghette sono dovute a una riduzione del volume della polpa del polpastrello. In pratica la nostra pelle manifesta un tipico schema di creste e valli, causato dalla vasocostrizione.

Succede insomma che i piccoli vasi sanguigni della pelle si restringano quando l’acqua entra nei pori. E ciò dovrebbe accadere per ragioni funzionali. Il nostro corpo, che è una macchina meravigliosa, si adatta all’acqua. E regola una risposta quasi immediata per adattarsi alle condizioni umide e subacquee.

La funzione delle rughette sulle dita

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Polpastrelli rugosi (captured) – www.curiosauro.it

La pelle idratata, dicono i ricercatori, rivela una forza d’attrito più elevata rispetto alla pelle secca. Ma in condizioni acquatiche le dita rugose o “da morticello” (con i polpastrelli secchi) migliorano la manipolazione di oggetti bagnati o immersi. Quindi il nostro corpo capisce che stiamo “lavorando” in acqua e adatta la forma delle dita alle nuove condizioni, per permetterci di raccogliere oggetti sommersi. Ci trasformiamo in anfibi! Ogni ruga è un solco che ci permette una migliore aderenza sul bagnato. Proprio come succede agli pneumatici da pioggia!

Nessuna mamma potrà quindi più rispolverare la fake news delle dita disidratate dalla permanenza troppo lunga in mare. La ricerca del professor Nick Davis, neuroscienziato e psicologo della Manchester Metropolitan University, ha dimostrato la vera causa delle rughe dei polpastrelli. Effettivamente gli oggetti in acqua vengono afferrati meglio con le dita rugose. Se vi interessa approfondire la ricerca, la trovate su PLOS ONE.

Davis spiega che per poter afferrare un qualcosa, la forza di presa utilizzata deve essere sufficiente a bilanciare il fattore di carico dell’oggetto. Tale fattore è generato dalla massa dell’oggetto e influenzato dai movimenti di questo. Inoltre conta l’attrito, cioè la frizione, che si genera tra le superfici che entrano in contatto. Dunque una pietra che sta sott’acqua deve essere afferrata con una forza di presa maggiore rispetto a una pietra asciutta, poiché l’attrito che si crea tra le due superfici in contatto è minore a causa dell’acqua. E infatti le rughe agiscono come un battistrada.

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