Tante persone affermano di essere state in grado di stabilire un contatto con i morti. E tante altre vorrebbero poter sperimentare una simile esperienza. E la scienza cosa ne pensa? È possibile comunicare con le anime dei defunti?
La scienza ha pochi dubbi: dopo la morte non c’è niente. E del trapassato non resta che il ricordo. Dunque tutte le esperienze di contatto fra morti e vivi sarebbero soltanto allucinazioni o menzogne.
Il padre della psicologia Sigmund Freud parlava di psicosi illusorie. Credeva insomma che, molto spesso, il dolore del lutto potesse causare delle allucinazioni. Le persone crederebbero dunque di sentire la presenza del caro estinto o addirittura di poter stabilire con lui una comunicazione perché vittime di una psicosi. Eppure da millenni gli uomini credono che sia possibile entrare in contatto con i morti attraverso degli strumenti (umani o magici) di riferimento.
Il metodo più conosciuto è la seduta spiritica, di cui vi abbiamo già parlato altrove. Ma ci sono anche altre forme tradizionali di contatto. Uno di questi metodi è addirittura tollerato dalla Chiesa, anche se sistemato all’interno di un confine assai rigido. È la preghiera. Che non ci permette di parlare direttamente con il defunto (sarebbe peccato) ma di chiedere l’intercessione di santi, angeli o beati per stabilire un contatto.
La tradizione orientale punta invece sulla meditazione. Attraverso le numerose tecniche di rilassamento collegate allo yoga, all’indusmo o al buddhismo, il vivente può cercare in se stesso un canale di comunicazione con l’aldilà. Il colloquio sarebbe insomma un soliloquio, ma drammatizzato in un confronto con i ricordi più profondi. In Giappone, per esempio, esiste un telefono del vento, il Kaze no Denwa, che serve per stabile un contatto con i morti. Si tratta di una cabina, costruita sulla collina di Otsuchi da un certo Itaru Sasaki che nel 2010 aveva perso suo cugino e aveva deciso di costruire un luogo per “chiamarlo”.
Qualora non si volesse “importunare” il defunto convocandolo attraverso rituali esoterici, bisogna attendere che si presenti da solo. E pare che il fenomeno paranormale degli incontri spontanei con i defunti non sia così raro. Tantissime persone ogni giorno affermano di avvertire la presenza di un loro caro scomparso. C’è chi ascolta una voce, chi sente addirittura un abbraccio. E poi c’è chi riesce a comunicare con l’estinto nel sonno.
In parapsicologia questi eventi vengono chiamati “vissuti soggettivi di contatto con un defunto”, o VSCD. E sono di fatto inconfutabili. Dato che appartengono all’esperienza soggettiva e interiore di un individuo, la scienza e la religione non possono censurarne il valore…
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