C’è una condizione che spesso viene vissuta. Si tratta di quella sensazione che ci rende invisibili agli occhi degli altri e che ci spinge a pensare: “Tu per gli altri non esiti…”. Ma tutto può cambiare, anzi deve…
C’è una bella differenza tra il piacere è il giocare ad interpretare un ruolo (magari per non essere disturbati, assillati e sentirsi sempre sulle spalle il peso di richieste da parte di altre persone) e l’essere decisamente non considerati. Non bisogna pensare che tutti siano uguali.. C’è chi davvero soffre della condizione di essere invisibile agli occhi degli altri e chi gode di questa condizione per pratica convenienza. Ma la questione per i primi si fa più complicata. Una condizione che mette in dubbio il concetto del “se esisti”…
“Nessuno mi vuole…” ed è subito ossessione
Questa condizione frustrante può diventare una vera ossessione, una malattia cronica di cui non ci riesce a liberare. Sembra sempre che, nonostante faccia tu il doppio, gli altri siano sempre più considerati. Eppure sei il primo a metterti a disposizione, l’ultimo ad abbandonare il veliero, dopo aver prima salvato tutti dalle onde. Ma a che costo? L’invisibilità e la solitudine! Tirando le somme, puoi contare su pochissime persone, di cui la maggior parte familiari. Spesso non c’è una spalla a sostenerti: un compagno/a di vita, un/a amico/a fidato/a…
La pressione sociale e i commenti degli altri quando sembra che non esisti
Tra ciò che contribuisce a questo stato, che appunto può divenire patologico, c’è di sicuro la pressione sociale e i pregiudizi. Probabile ti abbiano scalfito i commenti altrui, e sei arrivato al punto di credere che il mondo fosse in complotto contro di te. Non hai mai pensato che tutti (sì, proprio tutti) sono alle prese con una realtà difficile, fatta molto di cattiveria. Eppure gli altri hanno amici, sono fidanzati, sposati, hanno rapporti sociali forti! Se credi di essere stato l’unico ad essere screditato, preso di mira dai bulli o dai commenti altrui, ti troverai probabilmente nella condizione di invisibilità, dalla quale hai difficoltà ad uscire. Se poi le tue opinioni sono state ignorate, le tue grida d’aiuto altrettanto, la situazione è ancora più delicata.
Questione di identità, non solo negligenza infantile
La costruzione della propria identità non arriva attraverso le compiacenze altrui. Di sicuro essere apprezzati può migliorare l’autostima, ma il problema non sono/sono stati gli altri: sei tu! Spesso c’è dietro una negligenza infantile, un trauma vissuto da piccoli che deriva proprio dalla negligenza appunto che persone importanti (mamma, papà e fratelli) hanno avuto nei tuoi confronti. Alle tue richieste di aiuto rispondevano con: “La colpa è tua perché…”. Questo porta all’autodistruzione di sé stesso e alla non capacità di vedere di buon occhio la propria personalità, carattere e/o aspetto fisico. E spesso si sceglie l’invisibilità, soprattutto quando si a che fare con famiglie disfunzionali, dove i problemi seri che riguardano altre persone diventano la priorità e prendono il sopravvento.
Liberati perché come esistono gli altri anche tu esisti!
Le conseguenze sono che non si riesce a socializzare con gli altri. Questo non vuol dire salutare le persone o avere rapporti cordiali con il tizio che ci serve il caffè la mattina o l’edicolante di turno… Si tratta di non riuscire ad intraprendere relazioni di tipo sentimentale e non. E di ricevere continue delusioni, addirittura poco prima che iniziano i rapporti con delle persone. Così facendo ci si immerge in un mondo “scudo” in cui si crede di non aver bisogno degli altri (ad esempio una relazione). Ovviamente si tratta di una mera chimera. Si diventa – di quelle pochissime persone fidate – dipendenti del loro affetto. Ovviamente tutto ciò si può superare solo lavorando su sé stessi e, nei casi più acuti, anche e soprattutto attraverso l’aiuto di professionisti.