Le cassandre avvertono che l’apocalisse informatica avverrà molto presto: nel 2038. E le grandi compagnie informatiche si stanno già preparando ad affrontare una simile eventualità. Non solo: c’è chi è pronto anche a fronteggiare un cataclisma più reale: uno sconvolgimento epocale come un’esplosione atomica o l’impatto di un meteorite.
Per sopravvivere a un olocausto informatico o a una tragedia mondiale, le multinazionali hi-tech e del settore internet stanno mettendo al riparo tutti i loro dati. Usano supporti niente affatto digitali o contemporanei e cercano bunker che possano resistere agli stravolgimenti più violenti…
Già da qualche tempo si vocifera del fantomatico problema dell’anno 2038. Un tremendo bug causato dalle limitazioni dei sistemi informatici a 32 bit, che sono in grado di calcolare un valore massimo di 2.147.483.647. Secondo alcuni addetti ai lavori, visto che tutti i computer del mondo misurano il tempo a partire dal 1 gennaio 1970, il 19 gennaio 2038 si esauriranno i secondi che il sistema è in grado di calcolare e sostenere. E a quel punto? Be’, nella peggiore delle ipotesi, ogni dato esistente su un sistema informatico verrebbe cancellato. Sparirebbe internet. I programmi, più elementari e i più evoluti, smetterebbero di funzionare… Pure tutti gli smartphone sarebbero inservibili.
Ma questa è solo una parte del problema. Le grandi compagnie informatiche si stanno preparando anche a una fine del mondo più concreta. Ovvero all’arrivo di un cataclisma in grado di spazzare via gran parte dell’umanità. Un meteorite, un ordigno atomico, una pandemia fulminante. Insomma, qualcosa di brutto.
Dunque, le multinazionali stanno archiviando tutti i dati e i software più importanti per la civiltà contemporanea in una banca simile a un bunker. Ve ne abbiamo già parlato: è il bunker che si trova alle Svalbard, in Norvegia. Non lontano della Global Seed Vault, la Banca mondiale dei semi.
Dati e codici sono stati scritti su pellicole fotosensibili e su lastre di marmo, ossia su supporti analogici. In questo modo, dovrebbero resistere a ogni tipo di bug e attacco informatico, e dovrebbero anche sopravvivere all’obsolescenza informatica dei formati. Si è trattato dunque di trascrivere codice per codice tutto il linguaggio di programmazione di ogni file. Ecco perché nel bunker sono presenti bobine lunghe più di un chilometro ciascuna. Il bunker è a prova di bomba, e di innalzamento termico.
Un altro pericolo che queste bobine possono superare è quello dell’avvento dei computer quantistici. C’è infatti chi pensa che i nuovi computer quantistici siano facilmente in grado di superare ogni crittografia. In pratica, possono superare ogni password, dominio privato, limite di programmazione. E si tratta dunque di una seria minaccia per il nostro modo di vivere.
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