Come si modella la forma del viso umano? Secondo alcuni ricercatori italiani la forma particolare del volto dell’Homo Sapiens sarebbe determinata da un particolare gene. Per arrivare a una simile conclusione i ricercatori hanno allevato in vitro le strutture embrionali da cui derivano alcune delle strutture del sistema nervoso periferico (le stesse da cui poi si forma il volto umano).
Grazie a questa ricostruzione, gli scienziati si sono accorti che a dare forma alle nostre caratteristiche facciali è uno specifico gene chiamato BAZ1B, e che è codificato dalla proteina tirosin-chinasi.
La forma del nostro viso dipende da un gene
C’è chi la chiama tiroin-chinasi e chi bromodominio adiacente al dominio del dito di zinco. E poi c’è chi, per fare prima, usa la sigla 1B o proteina BAZ1B. In ogni caso, il riferimento è unico; un enzima che nell’uomo è codificato dal gene BAZ1B. Si tratta di una proteina importantissima, che influenza l’attività di quasi cinquecento geni e che è fondamentale nello sviluppo della cresta neurale e della faccia. Le ultime ricerche dimostrano che i cambiamenti espressi dal gene BAZ1B potrebbero aver avuto un impatto decisivo nell’apparenza degli esseri umani “auto-addomesticati“. Ovvero in come si presenta la forma del nostro volto.
Per capire la questione, dobbiamo sapere che nell’embrione è presente una struttura chiamata cresta neurale, da cui ha poi origine il volto umano. E pare che lievi alterazioni nello sviluppo della cresta neurale sarebbero alla base dell’auto-domesticazione umana.
Viso e bellezza in chiave genetica
Torniamo alla domanda iniziale… Come si sono sviluppati i volti degli esseri umani contemporanei? Perché riveliamo una certa apparenza? Secondo lo studio italiano pubblicato qualche anno fa su Science Advances, tutto dipende da un particolare gene, il BAZ1B. Che è il responsabile dello sviluppo della morfologia umana del volto. Le modifiche avvengono a livello embrionale, sulla cresta neurale. E ciò potrebbe voler dire che l’auto-domesticazione umana è un’ipotesi valida per spiegare la nostra evoluzione.
L’auto-addomesticamento umano è un’ipotesi secondo cui gli esseri umani hanno selezionato i loro compagni a seconda di chi aveva un comportamento più pro-sociale, diciamo simpatico. In pratica, i nostri antenati sceglievano partner docili, dai lineamenti gradevoli… E in questo modo l’aspetto umano si sarebbe evoluto verso un aspetto più dolce e armonioso. La scelta di compagni più aggraziati, ci avrebbe così condotti a essere primati dai tratti anatomici meno marcati e con aspetti cognitivi e comportamentali più “presentabili”. Insomma, se abbiamo un volto più piccolo e schiacciato rispetto alle scimmie, è per l’auto-addomesticamento.
La ricerca di cui vi abbiamo parlato a inizio articolo è stata condotta da un gruppo internazionale di scienziati guidato da Giuseppe Testa, direttore del Laboratorio di Epigenetica delle cellule staminali dello IEO e professore all’Università Statale di Milano. Testa si è concentrato su due malattie genetiche, varianti della sindrome di Williams-Beuren, che determinano un aspetto peculiare del volto e un ritardo psicomotorio e mentale più o meno grave. Queste malattie sono dovute ad alterazioni di geni implicati nello sviluppo della cresta neurale dell’embrione. E così gli scienziati hanno indagato sul ruolo specifico del BAZ1B. Un gene speciale, che agisce come regolatore della cromatina (ossia modifica il grado d’impacchettamento del DNA in modo da renderlo più o meno trascrivibile).