Le morti assurde e tragicomiche non sono una prerogativa del mondo contemporaneo. La morte ha sempre sorpreso l’essere umano in modi strani e crudeli. Oggi vi proponiamo un po’ di decessi insoliti dedotti dalle cronache dell’Antichità e dell’epoca medievale. Eccovi dunque le morti antiche più bizzarre della storia…
Le cause di morte per l’uomo rientrano quasi sempre in casistiche diffuse. Al mondo si muore per malattie cardiovascolari, neoplasie maligne, infezioni, incidenti stradali e lesioni esterne… Poi ci sono i decessi estremamente rari, legati a incidenti imprevedibili o a condizioni davvero sfortunate. E gli antichi ne sapevano qualcosa!
Secondo molte tradizioni il filosofo greco Pitagora morì assassinato dai suoi nemici politici. Si dice però che il filosofo fosse riuscito a seminare i suoi persecutori. Quando arrivò in un campo di fagioli, si bloccò. Non poteva attraversarlo, poiché aveva proibito ai suoi discepoli il consumo di fagioli (e anche il contatto) in quanto ritenuti ritualmente impuri. Per non tradire i propri insegnamenti Pitagora smise di correre e fu ucciso.
Un altro filosofo, Eraclito, conobbe una fine davvero disgustosa. Affetto da idropisia, il filosofo cercava un rimedio ai suoi dolori agli arti. Un medico gli consigliò di coprirsi di letame e di rimanere un giorno intero sotto la materia. Ed Eraclito obbedì. I suoi cani, non riconoscendo il suo odore, ed essendo stati lasciati senza cibo per un giorno intero, lo sbranarono. Un altro filosofo, Crisippo, morì invece di risate. Aveva visto un suo asino mangiare tutti i suoi prelibati fichi e aveva ordinato a uno schiavo di farlo dissetare con del vino di qualità per completare l’opera… Questa trovata lo divertì da morire.
Il tragediografo Eschilo concluse invece la sua vita con un evento più comico che drammatico. Secondo Valerio Massimo, Eschilo fu ucciso da una tartaruga piovuta dal cielo. Proprio così. La tradizione afferma che la testuggine fu lasciata cadere da un’aquila, che probabilmente aveva scambiato la testa calva del tragediografo per una roccia adatta a frantumare il guscio del rettile.
Ora l’ultima delle morti propriamente antiche… Agatocle, tiranno greco di Siracusa, temeva i cibi avvelenati. E allora li faceva assaggiare prima a uno schiavo e aspettava sempre un’ora prima di mangiarli. Credeva di aver trovato la strategia perfetta per sopravvivere agli attentati dei nemici. Poi, alla fine di una bella mangiata, chiese uno stuzzicadenti e morì: gli avevano passato uno stuzzicadenti avvelenato.
Nel IX secolo, il grande re francese Luigi III, morì ad appena diciotto anni. Era salito a cavallo per inseguire una ragazza che cercava di sfuggirgli. La fanciulla entrò nella casa del padre, e Luigi le andò dietro, con tutto il cavallo. Sbatté però la testa sull’architrave di una porta molto bassa e cadde, e si spaccò la testa.
Nel 1410 morì di risate anche Martino d’Aragona, che fu reggente di Sicilia e sovrano aragonese. Ma forse c’entrò anche un’indigestione. Martino aveva pranzato divorando un’oca intera e si sentiva un po’ gonfio. Mandò a chiamare il suo giullare preferito, Borra. Martino chiese a Borra dove fosse stato fino a quel momento, e il giullare rispose: “Ero nella vigna accanto, dove ho visto un giovane cervo appeso per la coda a un albero, come se qualcuno lo avesse così punito per aver rubato i fichi”. Questa battuta fece morire il re dalle risate. Noterete che i fichi facevano molto ridere in passato…
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