Ci sono voluti quasi settecento anni, ma oggi sappiamo quando e dove è comparsa per la prima volta la terribile piaga chiamata peste nera. Un morbo che ha ucciso milioni di persone in moltissimi Paesi nell’arco di più secoli, e che potrebbe ripresentarsi all’improvviso, così così com’è apparsa. Davvero c’è da temere il ritorno della peste?
Non fu una pandemia, ma di sicuro un’epidemia tremenda, che sconvolse l’intero mondo. Per secoli gli scienziati non sono riusciti a spiegarsi come si sia diffusa, e come mai, dopo essere stata superata durante l’Antichità, fosse tornata più forte e minacciosa durante il Medioevo.
Le origini e il ritorno della peste nera
Per secoli dunque si è parlato di un morbo fatale dalle origini misteriose. Parliamo del grande male che sconvolse il mondo medievale. La peste nera. Finalmente, però, un gruppo di ricercatori pensa di aver individuato il punto in cui il batterio Yersinia pestis abbia fatto il salto di specie, dalla pulce all’uomo. Alcuni storici mettono persino in dubbio che l’ondata di terribili morti che colpì il mondo nel XIV secolo fosse realmente legata alla peste. Ma le fonti parlano chiaro: si trattò di un’epidemia terrificante di peste bubbonica, che causò fino a duecento milioni di morti, soprattutto dopo l’arrivo in Europa nel 1347.
La peste nera, secondo i nuovi studi, si diffuse inizialmente in una regione del Kirghizistan. Lo possiamo dire con sicurezza dopo che degli scienziati scozzesi hanno analizzato il DNA di alcuni resti trovati in un antico luogo di sepoltura. In questo modo la storia può finalmente avere una visione più chiara sulle origini della spaventosa peste nera. Un morbo che potrebbe risvegliarsi modificato, e più forte di prima, come già ha fatto in passato… Dobbiamo quindi paventare il ritorno della peste?
Un morbo che potrebbe tornare
Tale devastante ondata di peste comparve all’improvviso, dopo che il mondo aveva già conosciuto e superato una prima epidemia in tarda Antichità. In quel primo caso la peste mise in ginocchio l’Impero Sasanide e l’Impero Romano d’Oriente. Conosciamo appunto questa prima epidemia come la peste di Giustiniano dal nome dell’imperatore che provò a combatterla (lo stesso Giustiniano si infettò ma si salvò). Quell’ondata provocò la morte di circa venticinque milioni di persone con il focolaio del VI secolo. E poi le vittime arrivarono a cinquanta milioni (con due secoli di recidiva).
Nulla a confronto dei numeri registrati dalla seconda ondata endemica, comparsa dopo cinquecento anni. Secondo le stime, in soli otto anni, dal 1346 al 1353, la peste nera uccise fino al 60% della popolazione di Europa, Medio Oriente e Africa.
Ma come hanno fatto i ricercatori scozzesi ad arrivare in Kirghizistan, cioè ai confini con la Cina? Pare che un professore abbia scovato un indizio intrigante in un’opera del 1890 che descriveva un antico luogo di sepoltura nell’attuale Kirghizistan settentrionale. In quel luogo infatti si registrava un picco estremo di sepolture nel 1338-39. E pare anche che diverse lapidi riportassero la scritta “morte di peste“.
La data era in anticipo rispetto allo scoppio dell’epidemia a livello storico. Quindi poteva essere un indizio fondamentale per capire dove fosse partita la nuova ondata. Analizzando i resti dei corpi conservati, i ricercatori hanno capito che erano tutti stati uccisi dalla peste. Cioè da un batterio peste trasportato dalle pulci sui roditori, e che poi aveva fatto il salto di specie all’uomo.