Il panda rosso, anche detto panda minore, è secondo la Zoological Society of London una delle cento specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione. Negli scorsi anni sembrava che il pericolo per la sopravvivenza di questa specie fosse rientrato, almeno in parte. Ma non è così…
Purtroppo abbiamo pochissimi dati su questo piccolo mammifero. Si tratta infatti di un animale sfuggente e parecchio diffidente nei confronti dell’uomo. Per questo è difficile da studiare in natura.
Gli scienziati dell’Università del Queensland meridionale e del Red Panda Network hanno monitorato dieci panda rossi (Ailurus fulgens) con la telemetria GPS. Il loro fine era quello di documentare la condizione di una specie fragile e in via di estinzione. Per studiare il mammifero, i ricercatori hanno seguito gli esemplari per dodici mesi attraverso le foreste del Nepal orientale. Hanno scoperto che l’impatto umano sta giorno dopo giorno limitando e mortificando l’esistenza di questo mammifero. I panda rossi appaiono limitati nei movimenti, sprovvisti di ripari, denutriti e spogliati di un vero habitat.
Anni fa, secondo gli zoologi, il panda rosso di taglia media era diffuso in tutta l’Eurasia. Oggi ne rimangono meno di diecimila esemplari in natura. Abitano solo le foreste temperate dell’Himalaya orientale, ma non trovano più cibo né riparo. E dato che questo mammifero è un tipo solitario, sfuggente e fortemente territoriale, per i ricercatori è sempre stato difficile studiarne i comportamenti e lo stato effettivo di salute.
Pur essendo un carnivoro, il panda rosso si nutre essenzialmente di bambù. Che però scarseggia sempre di più, per via del riscaldamento globale e del disboscamento. L’ultima ricerca prova che la perdita e la frammentazione dell’habitat stanno di fatto mettendo in crisi la sopravvivenza di questo simpatico e fragile animaletto.
Per frammentazione dell’habitat intendiamo il fatto che gli esemplari si trovano confinati in piccole sezioni di foreste che non sono più collegate alle altre foreste. Questo per via della costruzione di infrastrutture, di strade e di capannoni. Ma soprattutto per lo sfruttamento intensivo delle foreste. E pare che i panda rossi stiano cambiando abitudini, per ridurre al mimino la possibilità di incappare in uomini, cani e bestiame. Si ritirano in piccole sezioni di foresta e non si muovono. In questo modo non trovano compagni per riprodursi e si isolano come famiglie o individui.
Per esempio, nello studio condotto in Nepal orientale, i ricercatori si sono accorti che il panda rosso evitava sistematicamente di avvicinarsi ai siti abitati da uomini. E purtroppo, questi mammiferi erano circondati da case, allevamenti, insediamenti urbani e strade… Come possiamo intervenire per salvare la specie? Non lo sappiamo. Per ora siamo solo coscienti della sua vulnerabilità.
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