Ce lo avevano anche i dinosauri, ed è una scoperta che ha sconvolto molti paleontologi. Si tratta di un orifizio che associamo ai mammiferi. Alcuni ricercatori hanno analizzato dei fossili e hanno scoperto che dei dinosauri non aviari avevano qualcosa di inaspettato!
Gli amnioti sono vertebrati tetrapodi comparsi sulla Terra nel Carbonifero superiore o addirittura al Carbonifero inferiore. I primi amnioti, secondo gli esperti, vissero trecentoquaranta milioni di anni fa e somigliavano a piccole lucertole. Tutti questi vertebrati deponevano uova non del tutto solide. Si trattava di uova protette da una serie di membrane extraembrionali e semipermeabili.
Ce lo avevano anche i dinosauri: ecco cosa!
Queste membrane mettono in luce un collegamento fra specie aviarie e mammiferi. In che modo? Due membrane in particolare, cioè l’allantoide e il sacco vitellino, erano collegate all’embrione tramite vasi sanguigni. Tali vasi penetrano nella parete addominale formando una specie di cordone ombelicale. Ecco perché alcuni dinosauri possedevano un ombelico, proprio come lo possediamo noi!
Negli amnioti, però, succedeva qualcosa di particolare. Prima o subito dopo la schiusa, questo canale di comunicazione veniva interrotto e il sacco vitellino veniva interiorizzato. A parte ciò, l’apertura nella parete addominale poteva rimanere aperta per giorni, settimane o mesi, come una cicatrice. E quell’orifizio era identico a un ombelico di un mammifero. Sappiamo che il nostro ombelico (come succede per tutti gli altri mammiferi) nasce con il distacco del cordone ombelicale dopo la nascita.
Embrioni di dinosauri
Dunque anche negli amnioti che depongono le uova (come i rettili e gli uccelli) esiste un ombelico, anche se provvisorio. Gli animali che producono uova sviluppano gli embrioni grazie al guscio e a membrane extraembrionali che forniscono ossigeno e sostanze nutritive al feto. E che poi rimuovono i prodotti di scarto metabolici durante lo sviluppo embrionale. Prima o subito dopo la schiusa, queste membrane si staccano dall’animale lasciando una cicatrice ombelicale temporanea o permanente equivalente all’ombelico in alcuni mammiferi placentari. Compreso l’uomo. E la notizia è che alcuni paleontologi hanno scoperto la più antica cicatrice ombelicale conservata in un fossile di amniote di Psittacosaurus. Ovvero una specie di dinosauro ceratopsiano vissuta circa centotrenta milioni di anni fa.
Quindi sì: ce lo avevano anche i dinosauri. Non tutti, però. E non per sempre. Era una feritoia provvisoria, che poi si richiudeva. Il dinosauro in questione era un grande erbivoro, con gambe lunghe più di due metri. I ricercatori lo hanno trovato in Cina, nella provincia di Liaoning. E fino a oggi non era mai stata trovata alcuna prova di un ombelico su nessun dinosauro. Ma il nostro Psittacosaurus si è fossilizzato conservando gran parte della pelle, e questo ci ha permesso di notare il foro.