La questione dei carburanti continua a essere spinosa, perché non c’è fine all’aumento dei prezzi. Ci si chiede di chi sia la colpa stavolta, visto che ormai i vecchi colpevoli sono stati assolti. Sarà il caso di cominciare a girare tutti in bicicletta?
Se fosse possibile muoversi a piedi o in bici agevolmente e in tutta sicurezza, penso che molti di noi farebbero questa scelta. Purtroppo, però, non è così, e il problema di come spostarsi comincia a farsi sentire… in particolar modo per i costi alle stelle.
Una colpa impunita
E si riprende la corsa verso l’alto, di cosa? Ma del prezzo del carburante ovviamente! Un circolo vizioso, questo, che ci portiamo dietro dagli anni del dopoguerra, e a cui non si riesce a mettere un freno. Nonostante le varie misure messe in campo anche dal governo, la benzina è tornata a superare i 2 euro/L e il diesel 1.9 euro/L. L’Unione europea ha scelto il male minore attraverso l’embargo al petrolio russo, causando però un aumento dei prezzi.
La decisione è stata presa lo scorso 31 Maggio entrando in vigore immediatamente. Il blocco ammonterebbe al 90% del greggio acquistato dal Cremlino, di contro, però, questa mossa ha influito sui prezzi del petrolio sul mercato, facendoli schizzare verso l’alto. Gazprom, compagnia monitorata dal governo russo, sta iniziando ad interrompere le forniture ai Paesi Europei, che giustamente si rifiutano di pagare in rubli (anche se c’è chi lo sta facendo, nonostante le decisioni comunitarie n.d.r.).
Una piaga che crea instabilità
La situazione della guerra e i problemi tra il mondo e la Russia stanno portando grande instabilità, e questo non è mai un aspetto positivo, per nessuno, soprattutto sul piano economico. L’aumento del prezzo del carburante, infatti, è determinato da vari aspetti, non solo legati al discorso delle accise. L’associazione dei consumatori Altro consumo ha svolto un’inchiesta per verificare l’andamento dei prezzi del carburante, sia in modalità self che non. I risultati non sono stati per nulla buoni, perché si stima un rincaro del 21% fino agli estremi del 40%: una vera follia!
Purtroppo non si può stimare fino a quando durerà questa instabilità, quindi è necessario che si trovi il modo di calmierare i prezzi per ristabilire degli equilibri che sembrano saltati da tempo. Ma quale potrebbe essere la soluzione più giusta? Una soluzione che risolva il problema in modo definitivo? Gli esperti affermano che è arrivata l’ora di fare una politica energetica più seria, finanziando le società che lavorano nel settore della sostenibilità e delle energie rinnovabili. Eliminare il fossile sembra essere una delle poche strade ormai perseguibili. Ci riusciremo stavolta?