Se sorridi subito, sei un tipo empatico. Ecco cosa dice la scienza a proposito della velocità con cui si manifestano sul volto le principali espressioni emotive. L’empatia e la simpatia, ossia le nostre principali forme di interpretazione e compenetrazione delle emozioni altrui, si basano sulla velocità con cui riusciamo a esprimere le nostre stesse espressioni a livello facciale.
Dunque le espressioni facciali giocano un ruolo di fondamentale importanza nella nostra capacità di riconoscere e interpretare le emozioni di chi ci sta di fronte. Lo hanno scoperto alcuni ricercatori dell’Università di Birmingham.
La velocità con cui sorridi mostra la tua capacità empatica
L’empatia è la capacità di immedesimarsi nello stato d’animo altrui, quindi di comprendere quali emozioni e quali sentimenti sta provando chi ci è vicino. La simpatia, invece, è la capacità di provare le stesse emozioni che gli altri provano. La scuola di Psicologia dell’Università di Birmingham ha condotto una ricerca sull’argomento. E ha dimostrato che le persone tendono a produrre espressioni facciali di felicità (per esempio sorrisi) o di rabbia (il muso lungo, gli occhi stretti) con estrema velocità rispetto al tempo che ci mettono per comunicare tristezza (labbra imbronciate, sopracciglia calate). Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che chi riesce a sorridere con estrema velocità e naturalezza è di base più empatico e quindi capace di cogliere le emozioni altrui. Ecco: se sorridi spesso e spontaneamente, è probabile che tu sia bravo a cogliere ciò che gli altri provano nel profondo.
Lo studio è pubblicato su Emotion e tratta del raffinato meccanismo con cui l’essere umano è in grado di riconoscere e interpretare nelle espressioni facciali altrui dei sentimenti. Tale capacità sta alla base di ogni relazione sociale. Non è solo importante comprendere il modo con cui la bocca si muove durante un sorriso. Conta anche la velocità con cui tali espressioni vengono prodotte. E chi riesce a esprimere velocemente le proprie emozioni, in genere, è bravo anche a interpretare rapidamente questi segnali negli altri.
Una migliore comprensione di come le persone interpretano questo importante segnale visivo potrebbe offrire alla scienza nuove informazioni sulla diagnosi di condizioni come il disturbo dello spettro autistico o il morbo di Parkinson. Questo perché i pazienti che soffrono di queste condizioni spesso riconoscono le espressioni facciali in modo diverso oppure esibiscono espressioni in modo più lento e impacciato.
I dettagli dello studio
Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno chiesto a dei volontari di manifestare alcune espressioni facciali di fronte a una telecamera. Poi gli esperti hanno usato un programma software opensource chiamato OpenFace per tracciare i loro movimenti facciali. In questo modo hanno misurato la velocità di movimento in regioni del viso note come zone importanti nella produzione dell’espressione: bocca, sopracciglia, naso…
Nella prima parte dell’esperimento, i ricercatori hanno studiato la velocità media con cui i partecipanti hanno manifestato diverse espressioni spontanee. Tutte queste espressioni sono state stimolate da video divertenti, tristi, noiosi o violenti. E a quanto pare si sono registrate notevoli discrepanze fra le velocità di espressione di tutti gli individui. Nella seconda parte della ricerca, gli esperti hanno accelerato o rallentato le espressioni registrate e le hanno mostrate ai volontari. Si sono accorti che chi sorride più di frequente è anche più veloce nel cogliere le emozioni mostrate in altri visi. Magari tali scoperte potranno anche essere utili per applicazioni di intelligenza artificiale come il software di riconoscimento facciale.