Il nome è un aspetto importante per una persona, è la prima cosa che si pensa quando si attende un bambino. Dare un determinato nome ad una persona la rende speciale, ma ci sono alcune credenze legate al passato e a culture diverse tutte da scoprire…
Il nome…Chi è che non ha un nome? C’è chi ha il nome del proprio nonno per proseguire la tradizione di famiglia e ci sono coloro i quali si ritrovano ad essere chiamati con un nome che tanto piaceva ed ispirava mamma e papà. C’è una sola certezza: il nome caratterizza una persona prima del carattere stesso. Lo ha sempre fatto in passato, così è nel presente e nel futuro. Ci sono alcuni aspetti della propria personalità che sono fortemente legati al nome che si porta. Un esempio? Ci sono alcuni nomi tradizionali che mettono negli altri tranquillità e sembrano essere un porto sicuro. Altri, invece, che sono particolari, poco comuni e che rendono già per questo la persona che li porta affascinanti, misteriosi e quindi tutti da scoprire.
Le credenze del passato e le regole del presente
Nelle antiche culture si tendeva a non dare mai il nome di una persona morta tragicamente ad un fratello a a un figlio. Questo per non “sfidare il destino” già nefasto nei confronti del defunto. Ciò soprattutto nei paesi orientali presso i quali forte la credenza di poter trasmettere la stessa “maledizione”. Inoltre, nella stessa famiglia si tendeva a non dare due nomi uguali (ad esempio a due fratelli o il nome dei genitori ai figli) in quanto si pensava che lo stesso angelo custode non potesse fare “il lavoro doppio di protezione”. Coloro i quali sono fortemente fedeli alla religione cristiana tendono a dare ai propri figli nomi di martiri, santi e padri della chiesa. Infatti, ancora oggi, l’assurda usanza di battezzare un bambino -sprovvisto di un nome “cristiano, da santo da calendario” – con un nome alternativo da usare all’altare come (Maria, Giuseppe, Marco, eccetera).
Le regole oggi
Ma quali sono le reali disposizioni verso i nomi in Italia? Ebbene c’è da sapere che sono vietati in Italia tutti quei nomi che possono offendere, svantaggiare il soggetto, nomi di cose, personaggi dei cartoni animati, di animali o personaggi storici negativi (ovviamente nome e cognome insieme). Non si può pertanto chiamare il proprio figlio ad esempio: “Adolf Hitler”, “Venerdì”, “cane”, “Pokemon”, eccetera. Vietato ancora in Italia usare “Junior” dopo aver dato al proprio figlio lo stesso nome di madre o di padre (i film americani ci insegnano che ciò sia concesso negli USA).
Non è possibile inserire nel nome caratteri speciali e numeri, pertanto niente @le$$ia92 o simili! In Italia non si può dare un nome femminile ad un maschio e viceversa un nome maschile ad una femmina, il secondo nome però può essere Maria (anche per i maschi). Una persona in Italia può avere fino a un massimo di 3 nomi uniti o separati tra loro. Infine quindi è bene tenere a mente queste limitazioni di legge: “vietato imporre al bambino lo stesso nome del padre vivente, di un fratello o di una sorella viventi, un cognome come nome, nomi ridicoli o vergognosi”.