Quando Nerone tornò in vita | L’imperatore era temuto da Tito

Nerone, ultimo imperatore della gens Giulio Claudia, morì nel 68 d.C.. Dopo essere stato abbandonato dai pretoriani e deposto dal Senato, Nerone fuggì dal suo palazzo e si suicidò il 9 giugno, nella villa suburbana del liberto Faonte. Ma dopo la sua morte pare che Nerone tornò in vita…

Si narra che Nerone morì pugnalandosi alla gola con l’aiuto del suo segretario Epafrodito. Prima di morire, secondo Svetonio, pronunciò la celebre frase “Quale artista muore con me!”

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Il segreto di Nerone (Pixabay) – www.curiosauro.it

Il Nerone che tornò in vita

Quando a Roma oramai regnava Vespasiano, il popolo cominciò a mormorare che Nerone non fosse davvero morto o che addirittura fosse stato resuscitato dagli dèi. Questa leggenda divenne di dominio pubblico allorquando un plebeo chiamato Terenzio Massimo cominciò a presentarsi come Nerone. Costui era un attore, molto somigliante al defunto imperatore. Ed era anche un abile suonatore di lira, proprio come Nerone. Ecco perché tutti iniziarono a sospettare che la notizia avesse fondamento. Vespasiano ignorò la storia dello Pseudo-Nero, come lo chiamavano gli storici antichi. Diverso fu l’atteggiamento di Tito

Nerone tornò davvero in vita? Ovviamente Tito sapeva di avere di fronte un impostore, ma aveva paura del sostegno che questi aveva presso la plebe. Dunque emise un ordine di cattura contro Terenzio, l’uomo che assomigliava come una goccia d’acqua a Nerone.

L’avventura del sosia

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Monete di Nerone, ultimo imperatore della gens Giulio Claudia (wikipedia) – www.curiosauro.it

Terenzio era di origini orientali, per questo scappò in Asia Minore. E qui ottenne un inaspettato sostegno. In Mesopotamia fu accolto come un dio. Anche qui, però, Tito gli dette la caccia. Allora il falso Nerone fuggì in Partia e cercò di ottenere il sostegno dei nemici storici dei Romani. Ovunque egli si presentava come Nerone, e diceva di avere un esercito pronto a combattere per lui in Armenia.

Fu a questo punto che Artabano III, signore dei Parti, accolse Terenzio e gli offrì aiuto per ribellarsi a Tito. Ma l’imperatore ufficiale inviò ad Artabano degli ambasciatori per fargli capire che non gradiva certi scherzi. Spaventato, il re dei Parti, per non far infuriare ulteriormente Tito, mutò atteggiamento. Sottopose Terenzio a tortura per fargli confessare la sua vera identità. E quando questi rivelò di essere un impostore i Parti lo giustiziarono.

L’avventura del Nerone che tornò in vita appassionò la plebe e dimostrò che il vecchio imperatore non era odiato dal popolo, anzi… era rimpianto. In molti sognavano un suo ritorno, per criticare la gens Flavia. E il Senato.

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