E se vi dicessimo che la morte ha un odore distinguibile e facilmente intuibile dall’uomo? Secondo la scienza l’avvicinarsi della fine, ovvero della morte, può essere percepita attraverso un aroma inconfondibile. Curiosi di scoprire qual è?
Il ricercatore Arno Wismar della School of Psychology dell’Università del Kent ha condotto un esperimento in cui dei soggetti sono stati esposti a vari odori… E tutti sono stati sopraffatti dallo sgomento o dall’ansia quando hanno riconosciuto un particolare aroma, anche se non l’avevano mai sentito prima.
L’odore della morte: un esperimento che mette i brividi
Durante l’esperimento, i soggetti hanno annusato tre diversi odori derivanti da composti chimici: la putrescina, l’ammoniaca e l’acqua. Tutti i soggetti testati si sono spaventati o hanno avuto reazioni di nausea e rigetto di fronte all’odore della putrescina. E nessuno di questi volontari aveva mai sentito l’odore di tale componente. Che cos’è la putrescina? Si tratta di un composto organico che si presenta sotto forma di liquido incolore. Assomiglia alla cadaverina, perché entrambi questi composti nascono dalla decomposizione degli amminoacidi. E pare che quando una persona muoia il suo corpo sia in grado di secernere copiose quantità di questo composto. Non tutta la comunità scientifica crede che tale composto sia percepibile: la percentuale espressa durante il decesso è talmente bassa, che per l’uomo è difficile distinguerne l’odore.
Anche l’erba appena tagliata, decomponendosi secerne una tale sostanza. Quindi, l’odore dell’erba e dei prati curati dovrebbero riportarci a un sentore di morte? Di sicuro la putrescina raffinata, così com’è stata sottoposta ai volontari dell’esperimento, doveva avere un odore estremamente sgradevole. E lo studio ha dimostrato che ha condotto i soggetti a sfoghi di ansia e a episodi importanti di stress.
Il parere del dottor Wismar
Wismar vuole dimostrare che l’essere umano è in grado di cogliere l’odore della morte. Tutti, quindi, ci accorgeremmo di quando un individuo è vicino alla sua fine, subodorando un sentore di putrescina. Un aroma putrefattivo che può essere considerato il sentore dell’avvicinarsi alla fine dell’esistenza.
Si tratta di un atavismo? Di un istinto? Di un sesto senso? No… è semplicemente una reazione connessa all’attivazione di un recettore dell’olfatto. E secondo Wismar tale recettore può cominciare a captare l’odore della morte anche un anno prima del decesso di una persona. Secondo altri scienziati la tesi di Wismar è però forzata. Al massimo la putrescina potrebbe essere associata a un danno evidente all’organismo (una lesione esterna o interna, un tumore, una necrosi). E la morte non avrebbe un odore in sé. Se non a livello metaforico o poetico.