Un antico reperto riscoperto da poco ma risalente a oltre quattromila anni fa descrive l’Arca di Noè come un veicolo sferico e ben corazzato. Il reperto in questione è una tavoletta di argilla, in cui sono riportate alcune interessanti informazioni. E ovviamente la scoperta ha subito mandato in estasi ufologi e sostenitori della teoria degli antichi astronauti.
La tavoletta d’argilla riporta in effetti alcuni dettagli circa la costruzione dell’arca biblica. E secondo il ricercatore indipendente Irving Finkel (filologo ed esperto di scrittura cuneiforme), su quel reperto si trovano informazioni sui materiali di costruzione, sulle dimensioni esatte e sulla vera forma dell’arca.
Finkel non è il solito invasato, appassionato di UFO o di strane teorie della cospirazione. Lavora da anni a testi antichi ed è specializzato nella lettura e nella codifica dei reperti in cui appare la scrittura cuneiforme. Viene dunque spesso contattato da musei e archeologi per interpretare le informazioni contenute su antichissime tavolette di argilla. La sua principale attività è quella di studioso conservatore presso il prestigioso British Museum. Ma la sua vita è cambiata quando nel 1985 entrò in contatto con una tavoletta babilonese.
Quel reperto raccontava di un dio babilonese: Enki. Un nome familiare agli storici della religione e ai sostenitori della pseudoarcheologia. Secondo Finkel, la tavoletta raccontava di come Enki avvertì un uomo che il mondo stava per essere sommerso da un tremendo diluvio. In più il dio informava l’uomo su come salvarsi: avrebbe dovuto costruire una barca gigante per scampare al disastro naturale. Altro particolare piuttosto familiare ai lettori della Bibbia: Enki voleva che l’uomo, oltre a salvare sé stesso, caricasse nella barca anche tutti gli animali del mondo, a coppie.
Gli antropologi e gli storici della religione sanno bene che in moltissime culture è presente la narrazione del Diluvio universale. Ma la tavoletta studiata da Finkel mostrerebbe per la prima volta che la storia di Noè e della sua Arca era già narrata migliaia di anni prima della scrittura della Bibbia.
Esiste forse un’Arca babilonese alternativa a quella del patriarca ebraico? Oppure le due storie si riferiscono alla stessa vicenda? Altri studiosi che hanno voluto analizzare la tavoletta babilonese si sono soffermati soprattutto sulla vera forma dell’antica arca. Tale imbarcazione era tonda ed era enorme: copriva un’area di circa tre chilometri e mezzo. Ecco perché molti ufologi l’hanno riconosciuta come un’astronave.
Secondo le teorie di Zecharia Sitchin, iniziatore della pseudoarcheologia legata al filone degli antichi astronauti, Enki dovrebbe essere un alieno del pianeta Nibiru . E proprio questo Enki avvertì un uomo di nome Atra-hasis (il Noè babilonese) che doveva costruire l’Arca.
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