Gli ufologi e gli pseudoarcheologi chiamano OOPArt (acronimo derivato dall’inglese Out Of Place Artifacts, ossia reperti fuori posto) tutti quei manufatti che appaiono anacronistici. Oggetti fuori posto perché troppo in anticipo sui tempi.
A coniare questo strano termine fu il naturalista e criptozoologo statunitense Ivan T. Sanderson. E ovviamente chi crede che gli alieni siano entrati in contatto con l’uomo più di duemila anni fa usa gli OOOArt come prove principali per sostenere la propria tesi.
Esistono davvero gli OOOArt? In realtà sì. Sono tutti quei reperti su cui storici, paleontologi e archeologi non sanno darsi una spiegazione coerente. Ci sono infatti degli oggetti che non dovrebbero appartenere a una certa epoca, anche se sono stati datati a centinaia o migliaia di anni fa. Per capire di cosa stiamo parlando vi facciamo subito qualche esempio. Ecco i più famosi oggetti fuori posto…
Partiamo da un luogo di cui vi abbiamo già parlato in passato: Pumapunku. Questo misterioso sito in Bolivia dovrebbe risalire al VI secolo a.C.. Ciò che non convince sono i megaliti squadrati in arenaria, che per essere trasportati lì dove stanno avrebbero dovuto richiedere attrezzature tecnologiche più avanzate. In più, tutte le strutture sembrano più grandi del normale. I gradini del tempio, per esempio, sono alti ottanta centimetri… E qui entrano in gioco gli alieni. Perché secondo i sostenitori della teoria degli antichi astronauti, il sito sarebbe stato messo su dagli extraterrestri, o con il loro aiuto. O, al massimo, sarebbe stato creato da uomini giganti, creati dall’ingegneria aliena.
Un altro classico oggetto rubricato come OOPArt è il geode di Coso. Un manufatto di origini preistoriche che assomiglia a una candela di un’automobile. Da moltissimi anni i sostenitori della teoria degli antichi astronauti dicono che il geode di Coso, scoperto nel 1961 nei pressi di Olancha, in California, sia un OIPArt… Ma il pezzo è stato studiato e si è rivelato essere una roccia argillosa.
Il nostro pseudo-geode piace anche ai creazionisti. Soprattutto negli Stati Uniti ci sono creazionisti che credono si tratti di un pezzo di un motore e che sia la prova che Dio abbia distrutto con il Diluvio Universale una società avanzatissima, dove la gente “aveva già motori a combustione interna e motori jet”…
Ultimo esempio fra gli oggetti fuori posto: il cosiddetto idolo Shigir datato a più di undicimila anni fa e che molti ufologi trattano come una raffigurazione di una testa aliena. I complottisti hanno ragione: il pezzo è davvero meraviglioso. Ma non ha nulla a che fare con gli alieni: è opera dell’uomo. Si tratta della più antica scultura in legno del mondo.
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