Ti capita mai di specchiarti di notte? Se sei minimamente superstizioso, non lo fare mai più! Quando una superstizione è radicata in molte culture, anche distanti e diverse tra loro, viene sempre il sospetto che abbia almeno un po’ di senso o di validità normativa…
Numerose leggende parlano di anime risucchiate dallo specchio, allorché la riflessione si consuma nottetempo. Antiche tradizioni mediterranee, slave, nordiche e tibetane affermano che gli specchi devono essere usati solo con la luce del sole. Scopriamo perché.
I motivi per cui è meglio non specchiarti nottetempo
Al mondo tantissime persone soffrono di eisoptrofobia o sperimentano almeno ina volta nella vita un episodio di spettrofobia. Per alcune culture tale paura è però giustificata, dato che gli specchi possono entrare in contatto con una parte profonda del nostro essere, generare un’ansietà parossistica e gettarci in incubi terribili.
Secondo alcune vecchie storie russe, gli spiriti maligni riescono a penetrare gli specchi di notte. Lì si nascondono e aspettano che qualcuno si ponga di fronte allo specchio. A quel punto saltano fuori per spaventarlo, nel migliore dei casi. O per rubargli l’anima, nel peggiore. Per i tibetani esiste un divieto secolare che spinge le persone a non accostarsi allo specchio di notte. Vari demoni e tormenti, infatti, sarebbero in grado di annidarsi nel fondo scuro della superficie riflettente. E il loro fine sarebbe quello di entrare in chi si specchia.
Credenze popolari
Gli specchi duplicano la realtà, e in questo modo possono imprigionare l’anima nell’immagine riflessa. Ecco perché nel Sud Italia c’era l’usanza di coprire gli specchi alla morte di qualcuno. In questo modo si era sicuri che lo spirito del defunto potesse raggiungere l’aldilà. Sempre in area mediterranea vi era un tempo la credenza che lo specchio di notte potesse rivelare brutte notizie sul futuro, premonizioni infelici e distorsioni percettive in grado di inquietare e intristire.
Ogni autocontemplazione implica un peccato anche per la tradizione cristiana. Specchiarsi di notte è dunque inteso come un rito di apertura alle forze infernali e diaboliche, che prosperano nel narcisismo e nella vanità.
Gli stregoni medioevali utilizzavano spesso una forma di divinazione chiamata catoptromanzia. Chi voleva conoscere il futuro si poneva bendato, di notte, di fronte a uno specchio. Lo stregone accendeva varie candele. Poi sbendava il soggetto che nello specchio poteva vedere un’immagine del proprio avvenire, di solito la propria morte. Secondo la tradizione era Satana ad animare le visioni dello specchio.
Anche Pausania afferma che nell’antica Grecia alcuni indovini praticassero questa pericolosa forma di divinazione. Insomma, tutte le tradizioni ti suggeriscono di non specchiarti di notte. E soprattutto di non porti di fronte a specchi crepati, perché è lì che si raccoglie la maggior parte dei demoni.