Funziona a metano e ossigeno liquido. E a quanto pare può fornire una spinta di dieci tonnellate. Si tratta dell’M10, il primo motore a razzo green tutto italiano. Attualmente in fase di collaudo in Sardegna, il motore sarà usato dall’ESA, l’agenzia spaziale europea sui vettori che porteranno l’uomo nello Spazio.
A quanto pare è la prima volta che un razzo del genere viene sviluppato in Europa per conto dell’ESA. L’obiettivo è quello di creare un propulsore totalmente pulito dal punto di vista ecologico.
M10, il primo motore a razzo green prodotto in Italia
Eccolo il primo motore a razzo green. Si chiama M10 e ha inaugurato con successo la fase di collaudo nel poligono di Perdasdefogu in Sardegna. Si basa su propellenti in metano e ossigeno liquido, e appena concluso il collaudo diventerà il terzo stadio del nuovo vettore italo-europeo Vega-E derivato da Vega C. Vega C dovrebbe decollare nei prossimi mesi. Mentre il Vega-E supererà l’atmosfera nel 2026.
Il nuovo motore a propulsione green italiano è stato progettato e costruito da Avio. Si presenta come un vettore totalmente green ed è stato anche sviluppato con tecniche innovative. Per assemblarlo si è fatto ricorso alla stampa 3D. In questo modo la fabbricazione è stata più veloce ed economica. L’M10 presenta caratteristiche ingegneristiche davvero evolute. Si tratta infatti di un motore riattivabile. In pratica è possibile riaccendere il propulsore più volte. Sia per rimodulare la spinta che per ripartire. In questo modo l’equipaggio potrà effettuare manovre orbitali più flessibili e veloci. Il tutto senza inquinare più di tanto!
Al motore M10 hanno lavorato ingegneri italiani, ma anche aziende austriache, svizzere, francesi e rumene. In questo modo siamo giunti alla produzione del primo motore e stadio europeo a metano, che secondo Avio aprirà la strada a una nuova generazione di lanciatori. Parliamo ovviamente di Vega E e Vega E Light.
La conquista dello Spazio all’insegna di una maggiore sostenibilità ambientale
Il razzo a propellente liquido criogenico della classe delle dieci tonnellate combina ossigeno liquido e metano liquido. Secondo le specifiche tecniche comunicate da Avio, al punto di accensione normale e in stato stazionario, il motore fornirà 98 kN di spinta, con un rapporto di mistura dei propellenti di 3,4. L’impulso specifico minimo necessario è di 362 secondi.
Il motore è dunque nato nei laboratori dell’Avio, con il supporto dell’ASI (agenzia spaziale italiana) e dell’ESA. Il collaudo, invece, si svolge in Sardegna. Si parla di un nuovo polo specialistico chiamato Space Propulsion Test Facility, un progetto a cui hanno collaborato le amministrazioni locali, il ministero dello Sviluppo Economico, lo Stato Maggiore della Difesa e lo Stato Maggiore dell’Aeronautica.
Il nuovo impianto è aggiornato dal punto di vista tecnologico e competitivo a livello mondiale. E con M10 l’Italia ha di nuovo dimostrato di essere un Paese all’avanguardia nel settore dell’ingegneria spaziale. Non saremo efficienti e competitivi come i russi o i cinesi, ma ci diamo da fare, e in Europa siamo i più attivi.