Sono già qui, ci circondano, ma non riusciamo a riconoscerli. Per trovarli inviamo segnali sotto forma di onde radio e gamma in lontani sistemi stellari. Oppure passiamo anni a a scrutare il cielo. Finora non abbiamo trovato nulla… Secondo molti esperti, però, stiamo solo cercando nel posto sbagliato…
Ecco, forse stiamo cercando le cose sbagliate nei posti sbagliati. Ci concentriamo su prospettive troppo remote, quando invece dovremmo guardarci intorno. E imparare a sondare diversi spettri del reale.
Non riusciamo a riconoscerli perché non cogliamo la loro vera dimensione
Il problema è dunque prospettico. Non conosciamo la reale dimensione in cui agiscono e si sviluppano gli extraterrestri. Non sappiamo in quale spettro energetico e visivo esprimono la loro apparenza. E quindi non riusciamo a vederli e a riconoscerli anche se, magari, ci sono vicini.
La Orphan immagina altri elementi chimici alla base della vita aliena. Magari invisibili all’occhio umano.
Come poter trovare gli alieni?
Per trovare gli alieni dobbiamo quindi capire prima come sono fatti. Lo zoologo dell’Università di Cambridge Arik Kershenbaum, autore di The Zoologist’s Guide to the Galaxy, crede che le agenzie spaziali debbano prima riformulare la definizione di vita. Altrimenti tutte le ricerche di forme di intelligenza extraterrestre nello Spazio risulteranno inutili. La biochimica degli alieni potrebbe essere incompatibile con quella terrestre. Dobbiamo quindi procedere dal punto di vista sperimentale e prima di tutto immaginare paradigmi alternativi.
Solo in questo modo potremmo cominciare a riconoscere biofirme aliene nello Spazio, e magari anche nel nostro pianeta. Non riusciamo a vederli e a riconoscerli ma potrebbero essere già qui: questo è il messaggio caro a molti ufologi. Ma negli ultimi tempi anche molti ricercatori scientifici stanno ammettendo la fecondità di questo tipo di ragionamento. Non ha troppo senso continuare a ricercare carbonio o a quantificare la complessità delle molecole nei lontani esopianeti. Per cercare la vita altrove nell’Universo dobbiamo fare prima uno sforzo speculativo: immaginare altre forme e dimensioni di vita.