Bisogna ora fare attenzione alle sottovarianti del Covid: Omicron 4 e 5. Tali nuove sottovarianti appaiono caratterizzate da un elevata contagiosità e potrebbero essere in grado di reinfettare chi ha già contratto i precedenti ceppi. Quindi c’è la possibilità di dover fare una nuova dose di vaccino.
Secondo i virologi Omicron 4 e 5 potrebbero dar vita a un nuovo picco di contagi. Parliamo in pratica in uno spin-off della sottovariante Omicron 2 (la BA.2) che è stata segnalata prima negli Stati Uniti e poi anche in Europa. La BA.2 si è presto evoluta in due varianti distinte: la BA.4 e la BA.5.
Anche se gran parte del mondo sembra aver già dimenticato la pandemia, il coronavirus è ancora in circolo e in evoluzione. Di fatto le sottovarianti stanno cominciando a sommarsi e a diventare più potenti. In tutto il mondo i virologi hanno notato la circolazione di nuove variazioni del ceppo Omicron e di almeno quattro sottovarianti Omicron. Per ora la sottovariante BA.2 è ancora dominante, e ha già portato all’aumento dei casi in molti Paesi (Sudafrica, Cina, India, Stati Uniti). Poi c’è BA.2.12.1 che sembra essere ancora più contagiosa. Infine sono arrivati i ceppi più recenti, BA.4 e BA.5, già rinominati Omicron 4 e 5. Tali sottovarianti sono responsabili di una tremenda ondata di infezioni in Sudafrica.
Ma che cosa sappiamo di queste due nuove sottovarianti di Omicron? E quale impatto ci aspettiamo da Omicron 4 e 5? In Italia i virologi hanno già parlato della necessità di una nuova dose di vaccino. Perché?
il mese scorso, alcuni scienziati in Sudafrica hanno identificato due nuovi sottovarianti di Omicron: BA.4 e BA.5, che sembrano essere più infettivi di BA.2. In più, potrebbero anche essere più aggressivi rispetto all’immunità acquisita tramite vaccini. E questo spiegherebbe perché nel Paese africano i contagi stanno esplodendo. Il 20 aprile Omicron 4 e 5 costituivano oltre il 70% dei nuovi casi in Sudafrica, e sono tornati a crescere i ricoveri. Anche se si stima che circa il 90% della popolazione abbia un certo livello di immunità al Covid grazie alla vaccinazione e alle precedenti infezioni, c’è chi paventa una nuova terribile ondata.
Partiamo dalle buone notizie. Finora, l’aumento dei casi non ha portato a un aumento considerevole dei ricoveri e delle morti. Inoltre, non ci sono prove, almeno non ce ne sono ancora, che questi nuovi ceppi portino a infezioni più gravi rispetto ai ceppi precedenti.
Quali sono invece i rischi reali? Secondo i virologi BA.4 e BA.5 rivelano mutazioni che bucano l’immunità. Quindi potrebbero causare nuove ondate in tutto il modo. I vecchi vaccini non bastano: c’è bisogno di un altro richiamo. Il quarto. I primi studi sudafricani dimostrano che il vaccino protegge almeno in parte ma non completamente dal nuovo contagio, ma dovrebbe comunque evitare lo scoppio della malattia grave. Invece l’infezione precedente non proteggerebbe né dal contagio né dall’infezione.
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