Errare è umano | Scoperti i revisori interni del pensiero

In base a quale meccanismo neurologico l’uomo riesce a impare dai propri errori? Alcuni scienziati hanno scoperto che un gruppo di neuroni controlla tutte le elaborazioni compiute dal cervello. In caso di errori c’è un’attivazione che poi ci permette di far tesoro di passi falsi e fallimenti. Errare e imparare dagli errori è un fatto neurologico.

Il cervello censura i propri errori. Spesso lo fa con ritardo, ma comunque è in grado di far tesoro di questi passi falsi. Ed è un bene: dalla revisione nasce un insegnamento

Solo grazie agli errori possiamo imparare, anche a livello cognitivo (Pixabay) – www.curiosauro.it

Errare è un fatto neurologico È funzionale per lo sviluppo mentale

È inevitabile: il cervello umano incorre per forza in una serie di errori. Collega fra loro contenuti sbagliati, si lascia abbagliare, smarrisce dati, li processa male… Ma sa anche riconoscere questi sbagli. Errare è un’azione propria del processo neurologico, ed è funzionale per lo sviluppo dell’essere umano. In pratica, è solo grazie a questi errori che si impara.

Un’interessante ricerca pubblicata su Science ha rintracciato un gruppo di neuroni che funziona come unità di revisione. Queste cellule nervose valutano le elaborazioni del nostro cervello e si attivano quando qualcosa va storto. È dunque anche grazie a questi neuroni che possiamo imparare dagli errori e sfruttarli come occasioni di crescita.

Monitoraggio della performance: i revisori interni del pensare

Neuroni deputati al controllo e alla censura degli errori del pensiero (Pixabay) – www.curiosauro.it

In neuroscienza questo processo si chiama monitoraggio della performance. Funziona come un allarme che ci segnala quando abbiamo sbagliato. Senza questo meccanismo il cervello non potrebbe essere un calcolatore così flessibile e veloce come invece è. Proprio l’errare ci permette di imparare nuove cose e di specializzarci. E senza lo sbaglio non potremmo mai sviluppare nuove connessioni neuronali.

I neuroscienziati del Cedars-Sinai Medical Center hanno trovato questi neuroni revisori nella corteccia frontale mediale. È un’area del cervello davvero importante per la risposta agli stimoli esterni e per la motivazione. E tale scoperta è avvenuta grazie allo studio di pazienti epilettici monitorati con elettrodi intracranici.

In pratica i pazienti epilettici erano invitati ad affrontare dei test. Per esempio, venivano posti di fronte a una serie di termini scritti nei colori sbagliati (per esempio la parola “bianco” scritta in rosso). I pazienti dovevano dunque pronunciare il nome dell’inchiostro usato anziché il nome del colore scritto. E sbagliavano spesso. Tale test sollecita l’attivazione di due tipi di neuroni. Il primo che scarica intensamente dopo che sono stati commessi errori. E l’altro che si accende per evidenziare un conflitto o un errore.

Il pensiero è un’azione molto complessa, in cui entrano in gioco miliardi di connessioni nervose. E pare che tutti questi neuroni che si occupano di revisione si sveglino sempre dopo l’errore, mai prima. Ecco perché sono revisori. Correggono a sbaglio avvenuto.

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